Altro sequestro per il clan Di Silvio, nei mirino i veicoli di Cha Cha e le quote delle U.S. Campo Boario

E’ il quarto sequestro a carico di Cha Cha. Questa volta la proposta di applicazione di misure di prevenzione della Sorveglianza Speciale di pubblica sicurezza nei confronti del 50enne Costantino Di Silvio, più noto come Cha Cha, da sempre gravitante nel tessuto criminale di Latina e provincia, ha riguardato il sequestro preventivo anticipato di tre motocicli, un’autovettura, le quote della società di calcio Campo Boario, la metà delle quali già sequestrata a Gianluca Tuma, e i conti correnti aperti per conto della stessa società. Valore del sequestro circa 20mila euro. Ma non è questo il punto. A spiegarlo è stato questa mattina Annabella Cristofaro, primo dirigente, responsabile della Divisione Anticrimine della Questura di Latina, nel corso di una conferenza stampa indetta sull’argomento.

“Nel corso degli anni Costantino di Silvio – ha detto la dottoressa Cristofaro – è stato sottoposto per ben tre volte alla Sorveglianza Speciale (nel 1990, 1997 e 2009) per la sua indole criminale. Negli anni Ottanta ha collezionato varie condanne per rapina, lesioni, furti, porto di armi clandestine . Più di recente è stato condannato per droga e varie volte condannato per inottemperanza alle prescrizioni imposte dalle misure preventive a cui è stato sottoposto nel corso della sua ‘carriera delinquenziale’. Quello era il periodo in cui Di Silvio unitamente ad altri pregiudicati del capoluogo pontino, tra i quali  l’amico di sempre Gianluca Tuma, a bordo di autovetture, motocicli o biciclette, spadroneggiavano per le vie della città, creando panico per la circolazione stradale e ponendo in essere comportamenti violenti nei confronti di giovani, che si riunivano, nelle ore serali, nelle vie centrali della città, minacciando chiunque e scatenando spesso risse e sparatorie con gruppi contrapposti. Ecco perché anche il solo sequestro dei veicoli è importante. Abbiamo sequestrato i simboli del potere di Cha Cha, un potere criminale esercitato nonostante le misure di sorveglianza speciale a cui era stato sottoposto nel tempo”.

Nel corso della sua carriera delinquenziale Di Silvio, appartenente all’omonima famiglia di etnia rom stanziale da molti anni nel capoluogo pontino, i cui componenti, unitamente all’ omologo clan dei Ciarelli,  sono stati coinvolti più volte in contesti investigativi: Cha Cha è in carcere da ottobre 2015 a seguito dell’operazione Don’t Touch, per aver costituito e diretto un’associazione per delinquere finalizzata alla commissione di una serie indeterminata di delitti tra cui, lesioni aggravate, estorsioni, usura, traffico di stupefacenti, con la disponibilità di armi da fuoco ed in grado di condizionare le attività produttive e il commercio. Il relativo procedimento penale a suo carico si è concluso nel  2016 con la condanna a  11 anni di reclusione. Le approfondite indagini della Divisione Anticrimine hanno evidenziato l’esistenza di concreti e specifici indizi che metterebbero in luce come il Di Silvio abbia utilizzato nel corso della sua vita i proventi derivanti da attività delittuose. Nella motivazione  del provvedimento preventivo di ablazione dei beni, i giudici hanno evidenziato l’esistenza di concreti e specifici indizi dai quali si desume “che il Di Silvio è persona abitualmente dedita a traffici delittuosi”, qualificando  lo stesso un  soggetto altamente pericoloso, dedito a “condotte prevaricatrici che dagli anni ottanta in poi non hanno avuto nessuna battuta d’arresto”.

Rispetto all’ultimo sequestro a carico di Costantino Di Silvio, i cui atti gli sono stati notificati in carcere, il Tribunale di Latina ha fissato l’udienza per il contraddittorio a novembre prossimo. A giorni, invece, si terrà l’udienza relativa al sequestro dei beni a carico di Tuma eseguito, sempre nell’ambito delle misure di prevenzione, a febbraio 2017. Il provvedimento riguardava anche il vecchio marchio della U.S. Latina Calcio, di proprietà della società Campo Boario.