Economia
Rubrica settimanale
A cura di Ivan Simeone
i.simeone@virgilio.it

Si registra, nella pratica quotidiana, sempre maggiore incertezza sul costo delle operazioni finanziarie. Se da una parte arrivano messaggi rassicuranti su una eventuale diminuzione dei tassi per mutui, finanziamenti e credito al consumo, dall’altra la realtà “vissuta” evidenzia sempre una pesante difficoltà. Diciamolo chiaramente: molte le parole ma le rate dei mutui sono sempre molto alte rispetto a qualche anno fa.
Oggi una analisi della “Fondazione FIBA” della First CISL, il sindacato che raccoglie l’adesione dei bancari ed operatori assicurativi e finanziari, evidenzia come gli acquisti a rate sono molto diffusi.
Nel 2024 si sono registrati circa 170 miliardi di prestiti erogati di cui il 18,7% è credito al consumo. Secondo i dati First Cisl, il tasso effettivo delle varie operazioni supera la media europea.
“Nel 2024 il volume dei finanziamenti è aumentato del 5,3%, passando rispetto alla fine del 2023 da 160,7 a 169,3 miliardi. Nello stesso periodo si è registrata anche una modesta ripresa dei prestiti complessivi erogati alle famiglie (+ 0,5%). L’Italia si conferma ai primi posti in Europa per i costi che i consumatori sono chiamati a sopportare sui finanziamenti personali: una tendenza, questa, che si consolida nel 2025.” Nell’ultimo periodo del 2024, le regioni che hanno visto un importante aumento di credito al consumo sono l’Emilia Romagna con un + 2,01%, Toscana + 1,97% e Lombardia (1,86%). Anche il Lazio ha un trend in crescita.
Per l’analisi della First CISL, sempre attenta alle analisi creditizie, il 2025 vede un inasprimento per quanto concerne i “mutui”. Oggi si registra un aumento del TAEG. Riguardo al deterioramento dei prestiti-mutui, le maggiori difficoltà si registrano nel Sud Italia. Altro dato è l’aumento delle “Cessioni del Quinto”, un dato che registra una reale difficoltà di acquisto da parte dei lavoratori. Quest’ultimo strumento sta nuovamente riscuotendo un grande interesse tra pensionati e lavoratori dipendenti; dalla fine del 2011 alla fine del 2024 si registrano valori raddoppiati. È un buon segnale? Certamente no.
Tutto questo scenario, al di là dei freddi numeri e delle percentuali, spesso ballerine, denotano una situazione di profonda difficoltà delle nostre famiglie consumatrici. L’indebitamento e gli aumenti costanti della vita quotidiana mettono in seria difficoltà il consumatore medio. Troppo spesso si parla di macro-economia e di grandi numeri ma l’economia del quotidiano rimane sempre in difficoltà e non sembrano esserci reali interventi di sostegno. Troppe le parole ma di fatti se ne vedono ben pochi. Come se ne esce da questo imbuto? Per un approfondimento vedi www.firstcisl.it/fondazionefiba