Aprilia, muore schiacciato dal cancello dell’azienda: la denuncia di Anmil

Proseguono le indagini degli inquirenti sulla tragica morte di Agostino Ficarella, il 58enne di Aprilia morto ieri mattina all’alba dopo esser rimasto schiacciato dal pesante cancello della ditta Stradaioli. In attesa dei risultati dell’autopsia, che serviranno a fare chiarezza sulla morte dell’uomo, i militari, anche grazie alle immagini estrapolate dalle videocamere di videosorveglianza, sono al lavoro per capire se il cancello sia stato manomesso in seguito ad un tentativo di furto e per capire quale fosse il ruolo ricoperto dal 58enne di Aprilia all’interno dell’azienda edile. La notizia della morte di Agostino Ficarella intanto ha creato sconcerto. Dopo la Cisl anche l’Amnil di Latina ha voluto esprimere cordoglio ai familiari e denunciare l’ennesima morte bianca. “Ancora una morte bianca- si legge nella nota dell’Amnil- ieri mattina ad Aprilia, un operaio di 58 anni è rimasto schiacciato dalla caduta di un cancello scorrevole davanti all’azienda dove lavorava. Non si conoscono ancora i particolari della vicenda, ma dobbiamo, purtroppo, ancora una volta registrare l’ennesima tragedia sul lavoro che si aggiunge alle numerosi morti sul lavoro avvenute nella nostra Provincia nel 2016, morte che poteva e doveva essere evitata dice Compagnucci, Presidente Provinciale dell’Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati ed Invalidi del Lavoro. Nella nostra Provincia – Continua il Presidente dell’ANMIL -, abbiamo avuto nel corso degli ultimi mesi più incidenti sul lavoro che in passato e dobbiamo ancora una volta registrare il silenzio assordante dei datori di lavoro delle grandi imprese , come delle piccole, fino alle Ditte individuali di fronte al ripetersi dell’ennesima tragedia. E’ ora di dire basta! Lo Stato, le Regioni, le amministrazioni pubbliche, gli Enti locali, devono fare la loro parte – conclude con durezza Compagnucci -, prevedendo norme rigorose e facendole rispettare con i dovuti controlli ed ispezioni; ma allo stesso tempo anche i datori di lavoro dovrebbero, una buona volta, rompere il silenzio ed assumere impegni precisi ad agire d’ora in poi con la diligenza del buon padre di famiglia, preservando sopra ogni altro interesse, la salute e la vita dei propri dipendenti” .