Confermate in Appello le condanne per l’omicidio di Luca Palli, avvenuto ad Aprilia il 31 ottobre 2017. Massimiliano Sparacio e Vittorio De Luca, difesi dagli avvocati Angelo Palmieri, Renato Archidiacono e Sinuhe Luccone, erano stati condannati in primo grado dal giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Latina, Giuseppe Cario.
Il pubblico ministero, sempre in primo grado, aveva chiesto 27 anni di reclusione per Sparacio e 24 per De Luca. Oggi invece, in Corte d’Appello, il procuratore generale ha chiesto la conferma. Le motivazioni della sentenza saranno disponibili entro 45 giorni. Il collegio difensivo ha già preannunciato il ricorso in Cassazione.
Secondo la ricostruzione degli imputati Palli avrebbe perseguitato negli anni Sparacio per aver licenziato la moglie dal suo bar. Sarebbe stato lui a distruggergli il locale e a costringerlo addirittura a cambiare città.
La sera del delitto, avvenuto nel 2017, ad Aprilia, Sparacio era andato dalla vittima con una pistola – a suo dire solo – per spaventarlo, ma questi era uscito dal locale con una mazza da baseball e lui aveva sparato. De Luca spiegò invece di non sapere della pistola e che aveva accompagnato l’amico per dargli soltanto una lezione.
Era sembrata, però, un’esecuzione, tanto che all’inzio le indagini erano indirizzate verso una regolamento di conti. Solo in un secondo momento erano emersi i vecchi contrasti tra i due.
Scegliendo il rito abbreviato, in primo grado, la pena era stata ridotta dall’ergastolo e trasformata in 30 anni ciascuno.