Aprilia, un’interrogazione sulla refusione delle spese legali: Carmen Porcelli torna a chiedere chiarimenti

Il consigliere della lista Primavera Apriliana Carmen Porcelli torna a chiedere chiarezza sulla refusione delle spese legali agli ex amministratori coinvolti nel caso delle assunzioni facili. Ieri l’esponente di centrosinistra ha protocollato un’interrogazione chiedendo lumi sulla mancata richiesta di rimborso da parte di tre amministratori, ma anche sulla differenza tra i rimborsi liquidati per i difesi dall’avvocato Martini rispetto a quelli assistiti invece da altri avvocati. “Come mai- chiede Carmen Porcelli- solo tre dei sei, tra gli ex e gli attuali amministratori, assistititi dall’avvocato Martini hanno presentato richiesta per ottenere il rimborso delle spese legali al del Comune di Aprilia? Tra gli ex amministratori, assistiti dall’avvocato del Foro romano, mancherebbero infatti altri tre, per i quali non è dato sapere se finora hanno presentato analoga richiesta di rimborso per il pagamento delle parcelle. Finora gli uffici e gli organi comunali preposti, hanno prodotto delibere e determine per l’attuale sindaco Terra e gli ex assessori Savini e Cosentino; mancherebbero l’ex sindaco Verzili e gli ex assessori Olivieri e Tozzi.Resto stupita dal fatto che ogniqualvolta ho chiesto chiarimenti sui rimborsi, così come è accaduto quando ho annunciato di aver avviato azioni presso la magistratura contabile e penale, le uniche risposte che ho appreso sono giunte dall’avvocato Martini che, attraverso note stampa, ha voluto giustificare il suo operato.  Immagino lo abbia fatto anche per giustificarsi rispetto agli altri legali che compaiono in questa vicenda, mi riferisco all’avvocato Mingoia, il quale ha presentato per la rifusione una richiesta di rimborso attenendosi alle indicazioni contenute nella sentenza ad hoc emanata dalla Corte dei Conti (la sentenza è la n. 637/2012 della terza sezione “Giurisdizionale Centrale d’Appello” della Corte dei Conti, che ha riguardato gli appelli in materia di responsabilità per le assunzioni) che al punto 6, in particolare, ha stabilito che “in ragione della pluralità dei soggetti difesi dall’avvocato Antonio Martini il compenso del medesimo e dei suoi assistiti è fissato complessivamente in 3500 euro per il primo grado e in 4500 per il secondo grado (oltre Iva e Cpa)”. Il consigliere di Primavera Apriliana, alcuni mesi fa aveva posto l’attenzione sul caso, osservando che rispetto alla sentenza della Corte dei Conti che stabiliva nella cifra di 10.200 euro la somma da conferire al legale) in ragione degli atti finora prodotti gli amministratori che hanno presentato richiesta per essere risarciti avrebbero chiesto complessivamente 63.347, 28 euro. “A questo punto mi viene da chiedere e chiedo agli uffici competenti – scrive il consigliere Porcelli –  se al signor Cosentino Cataldo, in ossequio alla delibera di giunta municipale n.388 del 23/12/2014 e la determina n.36 del 22/04/2015 del responsabile del servizio Avvocatura, è stata liquidata la somma sostenuta per le spese legali: in questo caso vorrei avere copia del mandato di pagamento. Non solo mi chiedo se anche agli altri amministratori comunali, assistititi sempre dall’avvocato Antonio Martini e, precisamente gli ex assessori Tozzi, Olivieri, Verzili hanno nel frattempo richiesto all’amministrazione comunale di Aprilia la rifusione delle spese legali: anche in questo caso vorrei avere la copia della richiesta avanzata. E, infine, se l’avvocato Martini ha presentato la dichiarazione di quietanza delle fatture per gli assistiti Savini Palmarino, Terra Antonio e Cosentino Cataldo. Anche in questo caso vorrei sapere in che data è stata presentata, e se è stata protocollata. Non ragioniam di lor, ma guarda e passa vale per le calunnie e le malvagità che si possono dire sul conto di una persona; qui siamo di fronte ad atti della pubblica amministrazione che agiscono apparentemente in controtendenza ad una sentenza pronunciata dalla magistratura contabile sul pagamento delle parcelle ad un legale. Ho controllato tutte le rifusioni, ho fatto le pulci anche a quelle di altri politici alcuni dei quali siedono ancora oggi in aula consiliare, non sto perseguitando nessuno. Quando si amministra il denaro dei cittadini, l’adagio ‘guarda e passa’ non vale, perché la cosa pubblica si amministra soprattutto in trasparenza e in vista del raggiungimento del bene comune. In questo caso io, ma è la mia modestissima opinione, in qualità di consigliere comunale, e non di persecutrice, ho il dovere di controllare poiché non percepisco né la trasparenza né il bene comune”.

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