Aprilia, Unità di cure primarie a rischio: l’allarme del Tribunale per i diritti del malato

Un progetto positivo, che coinvolge diversi medici di base al fine di creare una struttura all’interno della Asl per la presa in carico del paziente, ora rischia di naufragare per motili legati alla difficile organizzazione del servizio, in una realtà che patisce la cronica carenza di organico. A dare l’allarme ancora una volta è il Tribunale per i diritti del malato di Aprilia, che chiede risposte chiare e l’impegno delle istituzioni preposte per garantire l’accesso ai malati cronici a visite, analisi e analisi strumentali nell’arco di una giornata. “Da novembre- spiega il coordinatore Claudio Frollano- si sta procedendo con una barca a remi. Non si riesce a organizzare questo servizio dotando gli studi medici delle attrezzature necessarie a operare . Cosa sarà allora della Casa della salute se non si riesce nemmeno a far funzionare questa sua appendice?” Un interrogativo, quello posto dal Tribunale del malato, che nasce proprio analizzando le carenze che gli operatori sono costretti a colmare tra mille difficoltà. “Dopo due mesi mancano ancora le cose essenziali per consentire ai 18 medici che hanno aderito di prestare le proprie cure senza difficoltà, in un ambiente supportato dalla strumentazione necessaria e da suppellettili di base. Questa settimana siamo riusciti a rimediare due scrivanie ed un piccolo tavolo dove posizionare la stampante, che era stata posta alla meglio sopra a una sedia. Grazie al privato e al comitato di quartiere Aprilia Nord abbiamo dato la parvenza di ufficio alle due stanze utilizzate ma non è sufficente”. “Insomma no bastavano le difficoltà già presenti, ma ci si deve imbattere anche in ostacoli materiali di allestimento per i quali in qualsiasi progetto va previsto un budget specifico. Sembra infatti che la nostra Asl non sia supportata da nessuna amministrazione, abbandonata a sè stessa. La presa in carico della patologia cronica non può fallire nel nostro territorio permettendo a qualcuno di rifugiarsi dietro alibi. Oltre a quanto detto manca il previsto infermiere di supporto ai medici UCP. Al momento ci dobbiamo accontentare di un volontario del TdM”.