Aprite la porta del Purgatorio

Terracina, la chiesa del Purgatorio

Dal Giubileo della Misericordia alla bellezza di Dio. Le parole di Francesco squarciano il velo del male e, parafrasando Dostoevskij, mi piace pensare che la bellezza della misericordia salverà il mondo. Quando a giugno scorso sono stata all’esposizione universale Expo 2015, mi sono interrogata sul perché tra i padiglioni di mezzo mondo si affrontava il tema del nutrimento, del cibo sano e sostenibile del pianeta Terra dove muoiono di fame migliaia di persone al giorno, mentre a Palazzo Italia si celebrava la bellezza. E’ stato solo visitandolo che mi si è aperta la mente sul valore etico della bellezza, sull’arte e sulla responsabilità sociale. Ha fatto bene Dario Franceschini a promuovere l’istituzione dei caschi blu della cultura per salvare l’arte, patrimonio dell’umanità, dal terrore. Mancano pochi giorni all’apertura della Porta Santa, mentre il terrore ha già colpito al cuore il vecchio continente. Parigi insanguinata è un dolore profondo, come profondo è il mare dove annegano i migranti senza diritto di sepoltura. “Questo non è umano” ha detto Francesco sul dramma francese. “E’ un crimine che offende l’umanità”, la sua condanna sulle strade dei migranti. Avanti con il Giubileo, non facciamoci dominare dalla paura – esorta il Papa -. Ora ne abbiamo più bisogno che mai. La bellezza della misericordia salverà il mondo?

Il Purgatorio


particolare chiesa del purgatorio di terracina

Misericordia e bellezza abitano in molti luoghi, basta saperli scorgere nell’intimità dell’animo, nella cultura, nella storia e nel patrimonio dell’umanità. Terracina, che ambisce al titolo Unesco, potrebbe insegnarci qualcosa in termini di misericordia e di bellezza. In corso Anita Garibaldi, nella chiesa del Purgatorio, la scritta “Santo e giusto il pensiero per i defunti”, intervallata dalle raffigurazioni di otto teschi con le ossa incrociate ad “ics”, la morte è affidata alla misericordia. Nel suggestivo gioiello di architettura tardo-barocca, ormai aperta al culto soltanto in alcune occasioni, tra la statua della Cristo Giacente e della Madonna Consolatrice, aleggia l’opera caritatevole della Buona Morte. Il Purgatorio di Terracina non è il trionfo del macabro, ma un esempio di come il “hodie mihi cras tibi” (oggi a me, domani a te) abbia ispirato alcuni devoti Christiani, ad istituire nel 1538 in Roma, una compagnia per la sepoltura dei poveri morti destinati altrimenti a diventare cibo per animali. Un’opera mossa da zelo di carità e pietà. Ben presto la confraternita iniziò ad operare anche a Terracina, dove si insediò nell’antichissima chiesa di San Giovanni per poi trasferirsi, nel 1787, nella chiesa del Purgatorio, sorta sui resti della chiesa medievale di San Nicola  (XIII secolo). Un esempio di rara eccezionalità nel ricco patrimonio sacro italiano dove l’elemento del mistero e della vita e della morte si amplifica a dismisura tra le pareti dipinte e il monumento funerario sottostante l’antico luogo di culto. Vale la pena sottolineare la grande iniziativa della confraternita della Buona Morte, associazione di cittadini, che promuoveva opere di carità in favore dei morti, raccogliendo quelli lasciati insepolti o abbandonati nelle campagne, e dei vivi, sostenendo le famiglie incapaci di provvedere alla sepoltura dei propri familiari o predisponendo le condizioni perché ciò avvenisse. Tali opere, che rientravano in un quadro definito, orientato e controllato dalla politica religiosa della Chiesa Romana, diffusa anche nel resto d’Europa, affondano la loro radice nelle attività volontaristiche e di mutuo soccorso medievali. Ma è nel pieno Rinascimento che trovarono una più forte volontà organizzativa e di intervento sociale con istituzioni capaci di esprimersi, ancora nel tardo ’700, come è il caso di Terracina, addirittura sul piano monumentale con la fondazione di proprie chiese.

Aprite quella porta

Saranno Porte della Misericordia – ha scritto Papa Francesco nella bolla con cui ha indetto il Giubileo straordinario – quelle che chiunque le oltrepasserà “potrà sperimentare l’amore di Dio che consola, perdona e dona speranza”. Il Pontefice aprirà la porta di San Pietro l’8 dicembre, il 13 quella di San Giovanni in Laterano, poi quella di Santa Maria Maggiore e San Paolo fuori le mura. Sempre il 13 dicembre, terza domenica di Avvento, saranno aperte le Porte della Misericordia in ogni diocesi del mondo: potranno essere nelle cattedrali o in una chiesa di speciale significato ma anche nei santuari dove i pellegrinaggi possono “trovare la via della conversione”, ha annotato il Papa. E allora che sia aperta, almeno simbolicamente, anche la porta del Purgatorio di Terracina, fondato dall’umana pietà in uno stile di architettura neoclassica che incrocia le esperienze artistiche del tardo-barocco con quelle del rococò.