Aree degradate e immobili dismessi, dal Comune lo strumento “rivoluzionario”

La Commissione urbanistica del Comune di Latina ha approvato le Linee Guida per gli usi temporanei di aree urbane degradate e immobili dismessi o in via di dismissione, in attuazione dell’art. 23-quater del Testo Unico per l’Edilizia (D.P.R. 380/2001). Un provvedimento che punta a semplificare e velocizzare i processi di rigenerazione urbana.

Soddisfatto il presidente della Commissione, Roberto Belvisi (Lega):

«Finalmente il Comune di Latina avrà uno strumento adeguato e veloce per la riqualificazione e la rigenerazione urbana di siti dismessi e aree degradate. È un passo concreto che aspettavamo da tempo. Non possiamo più permetterci che porzioni di città restino inutilizzate o abbandonate per anni».

Il nuovo strumento disciplina l’utilizzo temporaneo – pubblico o privato – di spazi inutilizzati, per fini sociali, culturali, ambientali ed economici.

«Parliamo di orti urbani, spazi per l’arte, servizi sociali, attività locali, installazioni temporanee, aree gioco, mobilità dolce – continua Belvisi – tutte iniziative che possono restituire vita a luoghi dimenticati, senza attendere lunghi processi di trasformazione urbanistica»

Tra i punti di forza, la semplificazione delle procedure.

«Con questo strumento evitiamo il passaggio in Consiglio comunale: le decisioni verranno prese direttamente in giunta. Si tratta di un cambio di passo radicale – sottolinea il consigliere – che ci permette di agire in tempi rapidi, abbattendo la burocrazia».

Prevista anche una durata più estesa degli usi temporanei, fino a 12 anni.

«Abbiamo previsto un orizzonte di 6+6 anni – precisa Belvisi – per consentire agli operatori di ammortizzare gli investimenti e ai progetti di radicarsi nel tessuto cittadino. Senza questa flessibilità, nessun imprenditore o associazione avrebbe la possibilità concreta di investire in rigenerazione».

Il provvedimento mira inoltre a sostenere iniziative legate all’abitare temporaneo, al rilancio turistico e alla valorizzazione culturale.

«Vogliamo rispondere anche a esigenze emergenti come l’abitare temporaneo – aggiunge Belvisi – e offrire risposte funzionali a vocazioni turistiche e direzionali del nostro territorio».

Un cambio di rotta atteso da tempo.

«Non vogliamo più vedere spazi abbandonati che diventano problemi – ha concluso Belvisi – ma vogliamo trasformarli in opportunità. Questa città ha bisogno di vivere ogni suo angolo, e ora possiamo finalmente farlo».