Alexander Patin ha scelto il silenzio. Il 46enne spagnolo arrestato ad Aprilia nei giorni scorsi non ha risposto alle domande del giudice per le indagini preliminari Laura Morselli, avvalendosi della facoltà di non parlare. Nessuna spiegazione sull’enorme arsenale scoperto nel suo appartamento a Campo di Carne, dove i carabinieri hanno trovato 7 mitragliatori, 7 fucili, 6 carabine, 23 pistole, 3 bombe a mano, 2.500 cartucce, silenziatori, giubbotti antiproiettile e uniformi delle forze dell’ordine.
Oltre alle armi, sono stati sequestrati anche 300 grammi di hashish e 189 banconote da 50 euro, ritenute false. Le accuse sono pesanti: detenzione illegale di armi da guerra, spaccio e introduzione di moneta contraffatta.
Difeso dall’avvocato d’ufficio Veronica Miccinilli, Patin è ora detenuto nel carcere di via Aspromonte. Gli inquirenti sospettano che non agisse da solo, ma fosse il custode dell’arsenale per conto di un’organizzazione criminale.
L’indagine si allarga. Si cercano collegamenti con altri episodi, come il recente sequestro di 15 chili di droga a una madre e un figlio, sempre a Campo di Carne. Si attendono intanto gli esiti delle analisi tecniche sulle armi e si indaga sul passato di Patin in Spagna. Il sospetto: un possibile coinvolgimento in una guerra tra clan per il controllo dello spaccio.









