Aumenta la disoccupazione nel Lazio, molti scoraggiati non cercano lavoro

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Nel Lazio 15mila disoccupati in più nell’ultimo anno. La crisi occupazionale della Regione, e della provincia di Latina, è grave. Dopo 3 anni in cui c’era stato un miglioramento, sono tornati a crescere i disoccupati.

A riportare i dati è Giuseppe Simeone, consigliere regionale di Forza Italia e presidente della commissione Sanità, politiche sociali, integrazione sociosanitaria e welfare. “Il tasso di disoccupazione si è portato all’11,1 per cento, superando quello medio italiano (in calo al 10,6 per cento). L’ultimo decennio ha fatto registrare un autentico crollo delle aspettative per tanti giovani. Rispetto al 2008, nel Lazio il tasso di disoccupazione rimane più elevato di 3,7 punti percentuali (di 3,9 in Italia).

All’aumento del numero di disoccupati del 2018 ha certamente contribuito il forte calo del numero di scoraggiati. Si tratta delle persone inoccupate che l’anno scorso hanno intrapreso una ricerca attiva di impiego e che in precedenza, pur essendo disponibili a lavorare, non cercavano un lavoro perché ritenevano di non poterlo trovare. Inoltre tra i disoccupati è aumentato il numero di coloro che sono in cerca di lavoro da più di 12 mesi (i cosiddetti disoccupati di lunga durata), per i quali la probabilità di trovare un impiego è più bassa. Un altro dato fortemente negativo è quello del tasso di disoccupazione di lunga durata, che si è portato nel 2018 al 6,4 per cento, dal 5,9 dell’anno prima, mentre quello di breve (riferito a chi cerca lavoro da meno di 12 mesi) è rimasto pressoché invariato”.

Uno dei settori più colpiti è sicuramente l’edilizia. Secondo il rapporto relativo all’Osservatorio sullo stato di salute dell’edilizia, presentato ieri da Federlazio, nella nostra regione hanno chiuso 764 imprese (-1%) e ci sono 30mila occupati in meno (-18,8%). Il grafico sugli andamenti dei singoli segmenti di mercato ha evidenziato che i settori maggiormente in difficoltà sono quelli dell’edilizia industriale (-36,6%) e degli interventi di recupero urbano (-35,7%), segue l’edilizia ricettivo/alberghiera con un -24,3%.

Nella provincia di Latina, nell’ultimo quinquennio il crollo dell’edilizia (-4.500 addetti e -24,1%) ha inciso fortemente in negativo sul bilancio occupazione del settore secondario (-4.300 occupati e -8,7%). In termini di numeri reali si è passati da circa 10mila operai iscritti in Cassa edile a poco più di 5mila, da 1.900 imprese a 1.300, da una massa salari di 80 milioni di euro a circa 48 milioni.

“Questi numeri – ha detto Simeone – dimostrano la fragilità di un tessuto provinciale e regionale che non riesce ad essere più competitivo, in cui le imprese non trovano più lo stimolo ad investire. L’imperativo deve essere l’operatività, il fare. Dobbiamo chiudere la fase dei protocolli di intesa che restano carta straccia. Dobbiamo intervenire in modo concreto perché i cittadini e le famiglie del Lazio oggi non sanno come sopravvivere, avendo perso il lavoro ed ogni prospettiva di futuro. Occorre perciò creare una sinergia fra rappresentanti istituzionali, sindacati e associazioni datoriali. Tutti insieme dobbiamo remare nella stessa direzione. Per un nuovo piano Marshall dell’edilizia e dell’economia pontina e laziale”.