Biogas e biomasse a Latina, Valletta riaccende i riflettori: subito l’approvazione di un regolamento comunale

La Lega ecologista torna a bussare alla porta del sindaco Damiano Coletta e della sua maggioranza affinché il Comune di Latina si doti di un regolamento per gli impianti biogas, biomasse e biometano e per qualsivoglia struttura di trattamento di rifiuti e produzione di energia. A suonare la grancassa, ancora una volta, è Vincenzo Valletta, presidente del comitato “No biogas a Latina” e dirigente del partito del Carroccio, preoccupato per un’ennesima autorizzazione nel territorio pontino di un impianto per il trattamento di rifiuti speciali nel comune di Sabaudia e precisamente nel comprensorio di Borgo San Donato limitrofo al territorio di Latina.

L’esempio da seguire è quello del Consiglio comunale di Sermoneta che all’unanimità il 29 agosto 2018 ha approvato un ordine del giorno contro il realizzando impianto Recall a Latina Scalo. La politica di maggioranza e opposizione del piccolo centro lepino chiedeva un sostegno, una collaborazione al Comune capoluogo che tuttavia non è arrivata. Anzi l’amministrazione di Coletta si è mossa in tutt’altra direzione, dando il suo definitivo assenso all’impianto bio-metano di via delle Industrie sulla base del famoso decreto sblocca-centrali.

Oggi per Valletta si affaccia un altro pericolo, alla porta sud di Latina. Il regolamento che chiede ha come obiettivo quello di fissare paletti per la libertà d’impresa rispettosa della tutela della salute pubblica e dell’ambiente. Per Valletta c’è sempre la possibilità di rispettare il diritto di tutti, basta fissare le regole del gioco.

“Nuovi impianti e progetti che incombono sul nostro territorio – afferma il leghista – devono necessariamente riportare sotto i riflettori l’esigenza per i Comuni pontini di dotarsi di un’apposita regolamentazione che possa scongiurare ogni tipologia di struttura che vada anche minimamente ad intaccare la nostra terra, che ricordiamo essere a forte vocazione agricola, e la salute di noi cittadini. Le Amministrazioni hanno il dovere di attivarsi subito soprattutto a tutela delle nuove generazioni, che rischiano di ereditare una territorio massacrato da noncuranza e inquinanti di ogni genere”.

Valletta ricorda all’amministrazione comunale di Latina che la bozza di un regolamento per gli impianti biogas e biomasse giace sulle scrivanie degli uffici municipali dal 2014 e che basterebbe poco, se on la volontà politica, per aggiornarlo e renderlo efficacie attraverso l’approvazione da parte del Consiglio comunale.

“Una prima bozza del regolamento, con il comitato No Biogas Latina parte attiva nella fase di stesura, risale al 2014 e venne redatto dal Servizio Urbanistica in ottemperanza alla Delibera di Giunta Comunale n° 499/2014 del 29/09/2014 – spiega nel dettaglio Valletta -. Sono seguiti incontri, ben nove passaggi in commissione urbanistica al tempo della Giunta Di Giorgi ma ad oggi nulla è stato formalizzato. A poco sono valse le sollecitazioni del sottoscritto e dell’intero comitato, poi la caduta dell’Amministrazione ha gettato tutto nel dimenticatoio. Ho provato più volte ad interloquire con l’attuale compagine governativa ma senza risultato, a pensare che basterebbe che Amministrazione lo prendesse in gestione, lo valutasse, lo riportasse in commissione urbanistica e successivamente lo facesse ratificare dal Consiglio comunale”.

L’impianto Recall è stato definitivamente autorizzato a gennaio 2019, ma già l’estate scorsa Valletta aveva chiesto a mezzo stampa di portare ad approvazione il regolamento. Oggi l’esponente del Carroccio si appella direttamente al sindaco Coletta affinché “prenda in mano la questione e tuteli la città di Latina, le sue periferie, i tanti agricoltori della zona e in generale i suoi cittadini”.

“Chiederò al gruppo consiliare della Lega di presentare un’apposita mozione in Consiglio, non possiamo più aspettare. Un regolamento  – conclude Valletta – significa regole certe, sia a tutela della libera impresa, che rimane un diritto sacrosanto che nessuno vuole calpestare, sia a protezione dell’intero territorio comunale, già fortemente compromesso da tante altre situazioni. I ristori servono a ben poco, dobbiamo iniziare a preservare ciò che abbiamo, che poi è il frutto anche delle nostre radici e delle fatiche di chi a questa terra ha dato nuova linfa rendendola vivibile e accogliente”.