“Terra come bene comune”. Parola di sindaco. Damiano Coletta, primo cittadino di Latina, lancia la sfida per fare dell’agricoltura pontina quell’attività sociale in grado di favorire il rilancio dell’economia attraverso progetti sostenibili. L’occasione è buona per Latina Bene Comune: la presentazione del docufilm del regista Guidi Turus, proiettato il 19 agosto nella sede del movimento, alla base del successo elettorale del sindaco. C’è anche l’assessore Felice Costanti, delegato all’agricoltura e più in generale alle attività produttive. “La nostra città è nata e continua tutt’oggi a vedere il suo futuro nell’agricoltura – dice -. Quest’attività deve essere volano per valorizzare il territorio dal punto di vista paesaggistico, per far conoscere le eccellenze culinarie ed enogastronomiche provenienti dalla terra, e realizzare un turismo intelligente e compatibile con le risorse”. Per Costanti i frutti della terra se “ben coltivati” fanno decollare l’economia. Parole sante. Che tuttavia fanno riesplodere la polemica sull’opportunità di aver conferito, da parte del sindaco, la delega all’agricoltura proprio a Costanti, farm manager della multinazionale Monsanto, leder mondiale nella produzione di Ogm e produttore del glifosate, il pesticida al centro di scandali internazionali. Una contraddizione in termini.
Da un lato il principio delle bioresistenze che caratterizza il progetto della Confederazione Italiana Agricoltori, condiviso da Lbc nel corso della serata del docufilm su azione di salvaguardia ambientale, azione di tutela del territorio, del paesaggio, della biodiversità e dall’altra l’assessore Costanti, certamente non responsabile delle strategie industriali della Monsanto, ma quadro dirigente della Monsanto Agricoltura Italia Spa che a Latina è titolare di una vasta area in quel di Borgo Santa Maria sulla cui attività di ricerca non è dato sapere oltre il limiti invalicabile della recinzione. Agli agricoltori pontini l’assessore, farm manager Monsanto, propone di puntare alla buona coltivazione (quale?) per il rilancio economico. Ci si trova di fronte a una sorta di occulta propaganda (buona coltivazione con gli ogm) o il quadro dirigente sta armando gli agricoltori locali (buona coltivazione senza ogm) contro il colosso degli Ogm che gli dà lo stipendio? Delle due, una.
Sul caso è intervenuto l’attivista del meetup 256 Grilli e Cicale di Latina Roberto Bertani che ne fa una questione di principio etico e onestà di coscienza: “Lbc promuove e presenta un assessore che parla di bioresistenze e contemporaneamente è farm manager di una multinazionale che produce Ogm e pesticidi (per altro ora vietato). Tutto questo non lo dice, ma è evidente il conflitto. Arrivati a questo punto è opportuno che Lbc e il sindaco chiariscano la posizione di Costanti. I cittadini devono sapere se Costanti quando parla agli agricoltori lo fa in qualità di farm manager Monsanto o assessore all’agricoltura del Comune di Latina. Riuscire a distinguere i due profili risulta difficile”.
Senza entrate nella delicata e controversa questione degli Ogm (fanno bene, fanno male, risolveranno la fame nel mondo, impoveriranno la terra) e senza abbracciare la causa dei più agguerriti ambientalisti che hanno fatto della Monsanto il peggior male planetario e senza stare dalla parte di chi inneggia per la stessa fonte di sostenibilità, innovazione, eguaglianza dei diritti all’interno dell’azienda, competenza culturale, responsabilità sociale d’impresa eccetera, resta il fatto che Costanti risulterebbe sempre in conflitto con la delega assegnatagli dal sindaco. Insomma, un assessore all’agricoltura inopportuno.
Intanto la Bayer, colosso farmaceutico tedesco leader nella produzione di erbicidi, anticrittogamici e fertilizzanti, si prepara a rilanciare la scalata Monsanto con un’offerta ostile. Il colosso americano degli ogm finora ha rifiutato le avance, ma la Bayer insiste e qualora non dovesse raggiungere l’intesa andrà avanti ad oltranza rivolgersi direttamente agli azionisti della Monsanto. Un’operazione di alta finanza che ha già messo in agitazione gli agricoltori americani che hanno già visto negli anni diminuire drasticamente il numero di produttori indipendenti di semi e contemporaneamente crescere i prezzi, fino a raddoppiare. In agitazione anche i consumatori che temono l’impennata dei prezzi e la riduzione degli investimenti in ricerca e sviluppo. Monsanto e Bayer sono concorrenti diretti e molto agguerriti e la loro fusione creerebbe un monopolio senza precedenti. Il caso è all’attenzione dell’Antitrust europea.
La scalata a Monsanto non sfugge alla politica di Latina per effetto di refrazione sull’assessore Costanti. “Alla luce della possibile fusione – commenta sempre Bertani – è ancora più importante che Lbc dica le cose come stanno”.