Un viaggio nella memoria e nelle radici di Borgo Montenero: è questo l’obiettivo di Quella terra promessa (Edizioni Drawup), il libro curato dal giornalista Gian Luca Campagna per celebrare i 90 anni del borgo di fondazione. Patrocinato da Regione Lazio, Arsial, Comune di San Felice Circeo e dall’associazione Insieme 90, il volume racconta la storia dei coloni veneti, friulani ed emiliani che, negli anni ’30, trasformarono l’Agro Pontino bonificato dal regime fascista.
Attraverso testimonianze dirette, il libro ripercorre i momenti più significativi della comunità: dall’assegnazione dei poderi nel 1935 all’arrivo, nel Dopoguerra, di agricoltori campani che contribuirono alla crescita economica locale. Un racconto che si intreccia con la storia italiana, passando per la tragedia della fucilazione di cinque terracinesi da parte dei nazisti nel 1944.
Fondamentale per il progetto l’impegno del vicesindaco di San Felice Circeo, Luigi Di Somma, e del presidente di Insieme 90, Francesco Cucchiaro. “Sono fiero di aver contribuito a questo libro, perché i libri fissano momenti eterni e tramandano alle nuove generazioni i sacrifici e i sogni di chi ha lavorato una terra dove prima c’erano solo acquitrini e morte” dichiara Di Somma.
Per Campagna, il borgo rappresenta un microcosmo unico dell’Agro Pontino: “Borgo Montenero mi ha sempre affascinato perché è figlio di un’altra Italia, di un’immigrazione al contrario prima che il Sud andasse al Nord. Qui il mosaico di famiglie friulane e venete si è fuso con quelle campane, mantenendo ritmi lenti e autentici, tra campagna fertile, profumo di mare e geometrie ordinate”.
Un’opera che non è solo un tributo al passato, ma un ponte tra generazioni per valorizzare l’identità di una comunità ancora oggi profondamente legata alle proprie origini.