Caporalato alle porte di Latina, obbligo di firma per un imprenditore agricolo

I carabinieri del Comando Provinciale di Latina, unitamente a quelli del locale Nucleo carabinieri Ispettorato del Lavoro, nella mattinata di ieri 27 novembre, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza dispositiva dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

Il provvedimento restrittivo è stato emesso dal Gip Pierpaolo Bortone, su richiesta del sostituto procuratore Cristina Pigozzo, nei confronti di un imprenditore, D.B.P., 74enne di origini campane da tempo residente a Latina, ritenuto responsabile di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, cosiddetto caporalato.

Le indagini, condotte dal Nucleo Investigativo in collaborazione con il Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro, sono state intraprese a seguito di un controllo presso un’azienda agricola sita a Latina – Borgo Sabotino, effettuata nel mese di marzo 2017 nell’ambito delle consuete verifiche in materia di lavoro nel settore agroalimentare.

Già dalle prime fasi dell’attività ispettiva è emerso che nell’azienda erano impiegati due lavoratori, un italiano ed un cittadino indiano, sottoposti a gravi forme di sfruttamento.

Da immediati accertamenti e successive verifiche è emerso che D.B.P., il quale gestiva di fatto l’azienda intestata alla figlia, avrebbe corrisposto ai due lavoratori retribuzioni in palese difformità dai contratti collettivi di settore e comunque in modo sproporzionato rispetto alla quantità di lavoro svolto. I due dipendenti venivano infatti impiegati per un orario lavorativo di circa 11 ore al giorno per sette giorni la settimana, senza usufruire di riposo settimanale né di ferie retribuite ed inoltre non venivano corrisposti i dovuti contributi previdenziali ed assistenziali.

I carabinieri avrebbero appurato inoltre che gli stessi, sin dalla loro assunzione (dal 2008 il cittadino italiano, dal 2012 quello indiano), vivevano in situazioni alloggiative degradanti, ovvero in due roulotte posizionate all’interno di un capannone presso la citata azienda agricola, in assenza di servizi igienici.

Al D.B.P. è stata inoltre contestata l’aggravante delle minacce nei confronti del cittadino indiano al quale, approfittando della sua situazione di bisogno, veniva prospettato in più circostanze l’allontanamento dall’azienda.