ECONOMIA
Rubrica settimanale
A cura di Ivan Simeone
i.simeone@virgilio.it

Parlare di Economia solidale, Economia Civile, di Sussidiarietà circolare o di Corpi Sociali non è oggi sempre “politicamene corretto”.
In queste settimane, negli ambienti della politica nazionale come in quella locale, è ricomparso il leitmotiv del ruolo dei cattolici nella “cosa pubblica”.
All’interno del centro-sinistra si sono avuti “movimenti di posizione” con i “Cattolici Democratici” (non un nuovo partito o corrente ma un “gruppo interno” al PD come è stato espresso), interventi di vecchi e giovani politici “centristi” in ordine sparso. Molte le riflessioni e le “strategie”. Vedi gli appuntamenti che si sono avuti nei giorni scorsi a Milano come ad Orvieto.
Anche nell’area del centro-destra si percepiscono importanti movimenti in atto, che guardano a riposizionamenti “al Centro”.
Molti gli interventi che guardano al centro politico del Paese come nelle nostre realtà locali. Tutte operazioni più che legittime ed ancor più lo sono se, i proclami e le buone intenzioni si trasformino in concrete proposte, anche di indirizzo economico e sociale.
Il rischio che si corre è quello di vedere scivolare questi “movimenti” in una dimensione puramente elettoralistica, finalizzata nel voler rappresentare ed “occupare” l’area politica centrista, per poi avere quelle % in più, per meglio posizionare qualche rappresentante istituzionale o avere quel “valore aggiunto” per il quorum di turno.
Tutto più che lecito ma è essenziale, di contro, che l’azione politica sia fondata sull’attualizzazione dei Valori legati al Magistero sociale, nel rispetto della laicità ma con una Vision politica che valorizzi la Persona e la Famiglia, con tutto quello che ne consegue.
Non sono da sottovalutare le parole del Santo Padre che, in più momenti, ha lanciato messaggi che richiamano ad un impegno dei cattolici nel sociale e, contestualmente, di “non stare alla finestra” ma di impegnarsi direttamente; il che ovviamente non vuole dire di ricreare un nuovo Partito confessionale, cosa questa anacronistica ieri come oggi, ma di alzare la voce e di agire politicamente e socialmente in maniera coerente con i propri Valori. “Il cristiano è chiamato a sporcarsi le mani: anzitutto, come ci ha detto San Paolo, a pregare, e poi a impegnarsi non in chiacchiere – il chiacchiericcio è una peste – ma a promuovere il bene, a costruire la pace e la giustizia nella verità” (Papa Francesco – Settembre 2023).
Non si può, né si deve “guarda al centro” come una “zona” da occupare a livello elettorale. Svilirebbe ogni tipo di progettualità. L’azione politica ed economica, “da cattolici”, deve essere supportata da una reale ed autentica azione di “Testimonianza”.
Essenziale l’Enciclica economica di Benedetto XVI, Caritas in Veritate come, pur nelle suee differenze, l’Esortazione di Papa Francesco Evangelii Gaudium.
La Scuola di Economia Civile, il Polo Bonfanti, la Fondazione Toniolo di Verona, figure come Stefano Zamagni, Luigino Bruni, Leonardo Becchetti … solo per fare qualche citazione, sono realtà essenziali per una analisi politico-economica del mondo cattolico.
La storia e l’esperienza ci evidenzia come la presenza dei Cattolici e delle forze politiche “moderate”, nasce se sono radicate ed alimentate valorialmente da Comunità di base, Movimenti o ambienti contigui.
Ricordiamo come la stessa DC nacque ed ebbe successo non grazie ad operazioni di puro vertice, ma con un radicamento popolare che partì da parte dell’Azione Cattolica, dai Comitati Civici di Gedda, da ambienti della “finanza bianca” dell’epoca e dall’associazionismo di base.
Altra esperienza è stata quella del Movimento Popolare (1975 – 1993) che nacque grazie alla vicinanza di esponenti del Movimento ecclesiale di Comunione e Liberazione, ACLI, CISL ed altre espressioni sociali.
La stessa attuale esperienza del Movimento DemoS – Democrazia solidale, che oggi è un partito politico presente in varie realtà italiane vicina all’area del centro-sinistra, ha un senso ed una Visione grazie all’humus da cui si ispira, ovvero dalla Comunità di Sant’Egidio.
Un Movimento che vuole interpretare il “Centro” deve avere una DNA ben riconoscibile ed esponenti che siano identificabili e coerenti. Non è un’are da occupare ma dei Valori da Testimoniare, cosa questa ben differente. Operazioni da “laboratorio” e di solo vertice sono tutte fallimentari.
Per dare vigore ad una azione politica “organizzata”, che abbia una visione futura, che sappia rappresentare realmente il mondo dei moderati, dei cattolici, del ceto medio, bisognerebbe ricreare un “luogo comune di confronto e dibattito politico” coinvolgendo attivamente le Organizzazioni Sindacali, il mondo delle imprese e delle categorie, i corpi sociali, il mondo economico e finanziario, il mondo universitario, della cultura ed i Movimenti che guardano realmente al magistero sociale.
Solo così si potrebbe avere una nuova azione politica dei cattolici, pur minimale (a causa dell’attuale metodo elettorale maggioritario) ma certamente determinante ed altamente portatrice di proposte e Valori, senza guardare l’immediatezza ma che sappia proiettarsi in un progetto politico di grande respiro, oltre la retorica.
Molto sta alle realtà locali, ai tanti movimenti ed Organizzazioni sociali ed economiche, alle Comunità locali, lasciando da parte protagonismi, pur legittimi che siano, ma dando forza al denominatore comune che è l’insegnamento del magistero sociale, oggi più che mai attuale.
Quando si parla di impegno sociale e politico, mi torna sempre alla mente il concetto di Charles Péguy,quando ci rammenta che “lo spirituale giace sempre sul letto da campo del temporale”.