Centro antiviolenza a Priverno, tutto pronto per l’inaugurazione

Martedì 16 maggio, alle ore 11,00, l’Amministrazione Comunale di Priverno, inaugurerà la nuova sede del CAV, Centro Antiviolenza, “LiberA”, presso gli spazi dei Servizi Sociali del Comune di Priverno, in Via Giacomo Matteotti (Ex Istituto d’Arte).

La Regione Lazio, attraverso l’Assessorato alle Pari Opportunità, ha ampliato la rete dei Centri antiviolenza e delle case rifugio, per potenziare le azioni di prevenzione della violenza di genere e protezione delle donne vittime di violenza maschile.

Tra i nuovi Centri, c’è anche quello concesso al Comune di Priverno che ha completato i lavori per l’allestimento di uno spazio di ascolto e sostegno per tutte le donne che vivono, o hanno vissuto, situazioni di violenza e che vogliono intraprendere un percorso per uscirne.

Il CAV “LiberA” di Priverno è il terzo centro attivo in Provincia di Latina e il primo del comprensorio Lepino.

Il CAV offrirà gratuitamente e anonimamente alle donne accoglienza e sostegno attraverso le operatrici esperte dell’associazione Centro Donna Lilith e sarà attivo i giorni di lunedì e giovedì, dalle ore 15.00 alle ore 18.00, e martedì, mercoledì e venerdì, dalle ore 9.00 alle ore 12.00. Resterà, comunque, contattabile h24 al numero 3245661130, collegato al numero Nazionale 1522 e all’indirizzo mail centroantiviolenzapriverno@gmail.com

Ad inaugurare il Centro, interverranno il Sindaco Anna Maria Bilancia, l’Assessore alle Pari opportunità, Sonia Quattrociocche e la consigliera Enrica Onorati, che in qualità di Assessore Regionale alle Pari Opportunità ha fortemente sostenuto il progetto, le Forze dell’Ordine e varie Istituzioni e Associazioni, tutti insieme, uniti, con un unico grande obiettivo: proteggere le donne, salvaguardandone l’incolumità fisica e psichica e accompagnarle verso una nuova e migliore vita.

“LiberA”, afferma il Sindaco Anna Maria Bilancia, “sarà una vera e propria casa di accoglienza, un punto di riferimento, in grado di dar voce a tutte le donne che meritano di essere ascoltate”.