“Cerco un uovo amico” anche a Latina e Terracina. Aiuta la ricerca per la lotta al Neuroblastoma

Oggi, 6 aprile, oltre 250 volontari sono presenti in 80 piazze in tutta Italia per far conoscere l’Associazione Italiana per la Lotta al Neuroblastoma da vicino, sensibilizzare sull’importanza della ricerca per dare una speranza di vita ai bambini malati e promuovere la campagna “Cerco un uovo amico”, fondamentale per dire tutti insieme #stopneuroblastoma. Chi è nel Lazio può incontrarli a Latina presso la Palestra Body Planet in via della Stazione 285; a Terracina in Piazza Garibaldi; a Pomezia, presso il Centro Commerciale in via del Mare, mentre a Roma ci sono vari punti in città: in Piazza Crati, presso il Centro Commerciale Appio in via Appia nuova 448, presso SoFlà Hostaria Pizzeria in via di Affogalasino, in via di Torrevecchia 1104, in corso Europa Angolo Tupini. E poi il 7 aprile sempre a Roma presso la Cappella Madonna della Consolazione in piazza dei Caduti del Lavoro e il 14 aprile presso la S.S.D. Albatros in vicolo di Mezzo Cammino.

“Cerco un Uovo Amico!” è il nome della campagna solidale dell’associazione del “Bambino con l’imbuto”, presieduta da Sara Costa che, dal 1993 a oggi, ha donato oltre 21 milioni di euro alla ricerca scientifica, permettendo di salvare tanti bambini grazie a progetti all’avanguardia.

Ma per garantire continuità ai risultati ottenuti, per sostenere i ricercatori impegnati nei principali centri di ricerca d’eccellenza italianiin rete con colleghi europei e internazionali; per tendere ad una medicina sempre più personalizzata e a misura di bambino; per aumentare le percentuali di sopravvivenza dei casi più gravi, purtroppo i più frequenti e con meno speranze, (solo 1 bambino su 4 guarisce) occorre unire le forze. 

Scegliere le uova del “Bambino con l’imbuto”, significa sostenere la ricerca di valore e significa anche sostenere progetti innovativi, come l’immunoterapia genetica, una tecnica innovativa che, nel 2018, ha avuto un importantissimo riconoscimento con l’attribuzione del Premio Nobel della Medicina ai suoi due padri fondatori. Tale tecnica, che è già in fase sperimentale anche sul Neuroblastoma, sfrutta il sistema immunitario affinché i linfocitidiventino essi stessi “farmaci” contro il tumore. Oggi, inoltre, è già realtà la “medicina personalizzata”, ovvero la possibilità di modificare in itinere i protocolli di cura per ogni piccolo paziente. Tutto questo grazie ad una rete di centri di cura di eccellenza, quali l’Istituto G. Gaslini di Genova, l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, l’Istituto Tumori di Genova e l’Istituto Tumori di Milano e centri di Ricerca e Università, quali il CEINGE di Napoli, il CIBIO di Trento, l’Università di Chieti e il Laboratorio della Fondazione Neuroblastoma a Padova, sostenuti anche grazie alle uova del “Bambino con l’imbuto”.