Cervellati, l’urbanista gentile stoppato dai grandi interessi. Latina e il piano mancato

Ermanno Zaccheo, Matteo Coluzzi, Marianna Vicinanza, Pier Luigi Cervellati

“La prima volta che ho visto Latina, l’ho trovata davvero brutta”, ammette Pierluigi Cervellati, professore architetto e incaricato dal sindaco Finestra a metà degli anni ’90 di redigere il nuovo piano regolatore, davanti ad un’affollata platea nella sala del circolo cittadino, in un dibattito, anzi un dialogo, organizzato dal neonato Centro Studi, Città Pontine, guidato da Ermanno Zaccheo. “Poi ho lavorato molto per cambiarla”.

Purtroppo però nonostante le sue ottime intenzioni, non è cambiato nulla. Latina brutta era e brutta è rimasta. Tutti sanno il perchè. Un Piano pronto per essere votato e una maggioranza che si rifiuta di farlo. Il travaglio è tutto in quello spezzone del film Latina-Littoria di Gianfranco Pannone. Porte degli uffici che si chiudono e sbattono. Sindaco e assessori, agitati, alla ricerca di una linea comune su un progetto che avrebbe fatto diventare Latina una città ordinata. Gli interessi di alcuni però hanno prevalso su tutto e pur avendo avuto l’approvazione sul filo di lana, ci ha poi pensato il Tar a metterci una tegola sopra. Lo hanno sospeso, ricordano in sala, perchè violava l’articolo 6 del Regolamento Comunale relativo alle funzioni delle Circoscrizioni. Certo, avrebbero potuto fare ricorso. Ma non accadde nulla e il PRG di Cervellati, insieme al suo autore, finirono nel dimenticatoio. Fino a ieri pomeriggio, quando la memoria si è ripresentata in tutta la sua drammaticità, soprattutto alla luce di quanto accaduto negli ultimi anni con gli scandali e abusi nell’edilizia.

Il professore se ne era andato da Latina non senza ipotizzare quello che poi è effettivamente successo: Senza un Piano regolatore la città avrà una grande speculazione edilizia e tanta anarchia, elementi che portateranno gravi conseguenze sul territorio, disse. I danni non si vedranno subito, aggiunse, ma continuare a costruire senza un piano e in ogni dove, provocherà dei costi di gestione insostenibili per le casse comunali. Non si potranno razionalizzare neanche i trasporti pubblici e Latina diventerà un territorio malato preda della speculazione. Nelle aree agricole ci sarà un frazionamento che porterà alla fine della campagna, tante saranno le abitazioni. E tutto questo andrà a vantaggio di pochi intimi.

Un presagio che si è avverato, senza il suo progetto .

Ieri, l’urbanista gentile, ha spiegato alle attentissime persone che quel Piano era voluto soprattutto dai cittadini, ma la spaccatura del Consiglio comunale ne determinò la fine. Certo anche Latina, come tutte le città italiane era ed è una città in crisi. Una crisi determinata dal pensare, come allora si pensò, che il mattone fosse una risorsa economica molto consistente. Ma la crisi del 2008 ha dimostrato quanto questo non fosse vero”. Cita Calamandrei, il professore, la Costituzione, i diritti, la legge ponte del democristiano Sullo che obbligò nel lontano ’42 tutte le città a dotarsi di un piano regolatore. “ Latina-Littoria, continua a spiegare Cervellati sarebbe stata la conclusione di una città agricola e anche il completamento di una bonifica iniziata tanto tempo prima”. In questa città, continua l’urbanista si è realizzata una perfetta integrazione tra diverse etnie, gruppi sanguigni differenti e provenienze le più disparate. Ma manca qualcosa. Bisogna riprendere in mano la situazione e capire quali forze possono oggi contribuire a interrompere il degrado e soprattutto questo… disordine pianificato. Se c’è un territorio pianificato fin nei minimi particolari sin dalla sua nascita è proprio Latina. La bonifica, i canali, tutto il sistema idrico sono un elemento di grande organizzazione che fanno parte di un progetto. Questa è l’identità di Latina, campagne comprese. Noi abbiamo provato a pianificare la città rispettando tutto questo, cercando di non cancellare la storia…. “Pensate un pò, dice,  la vostra città, la  città di fondazione,  ha ispirato le new towns inglesi, un modello nuovo con un centro burocratico-amministrativo”. Ma poi è andata come è andata. Racconta di essere tornato varie volte e di aver trovato Latina sempre più grande.  Lo dice senza polemiche, da anziano logorroico, aggiunge scherzando. Non nomina nessuno del passato se non Finestra.

E’ accaduto davvero tutto quello che aveva previsto e al netto delle polemiche ha parlato anche del futuro di Latina e di come sarebbe potuta diventare con il suo Piano: una città ordinata e vivibile e tutti ne avremmo guadagnato. Soprattutto con quel gioiello trascurato che è il nostro mare. Un mare da rifare. Le case sulla duna sono da abbattere. Come abbiano potute farle non si sa, aggiunge. Quando le hanno costruite, c’è stata la totale assenza dello Stato. “Non si cementifica con delle palafitte su una bellezza naturale. Chiamato in causa, gli fa eco Massimo Rosolini, presidente dell’Ordine degli Architetti ed ex assessore: “ Le avrebbero dovute vendere agli amministratori dell’epoca, si diceva allora. Il nostro degrado è stato possibile, continua Rosolini, perchè la spiaggia ha due proprietari: demanio e ONG. Ormai la situazione è compromessa. Bisognerebbe delocalizzare e ricreare le volumetrie da altre parti. Ma quando?

Littoria, Latina e Villettopoli, questa la città descritta da Cervellati, correlatore peraltro della tesi su Latina di Matteo Coluzzi, architetto e giovane consigliere comunale: “Si parla di futuro in maniera retoria, dice Coluzzi. La scommessa è pensare il futuro, oggi. Ci sono zone di questa città che aspettano risposte immediate…il Nicolosi, il palazzo Key, la zona dei pub, etc. E’ il caso di ripensarla questa città”… ammesso si faccia ancora in tempo.

Di seguito il servizio di Tele In

 

 

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Giornalista, scrittrice e blogger. Anni di giornalismo alle spalle, prima in città nei due quotidiani più importanti e poi a Roma per 20 anni e più, negli uffici stampa dei Ministri dell'Economia e Finanze e dell'Istruzione, Università e Ricerca. Fino a dirigere negli ultimi anni, Researchitaly, il portale della Ricerca Internazionale. Un'esperienza unica che l'ha portata a vincere anche importanti premi di giornalismo. Ora il suo occhio da cronista oltre che continuare a dirigersi verso cronache nazionali, per affezione torna a curarsi anche della città in cui vive. Si occupa di Pari opportunità praticamente da sempre. Ha scritto libri e realizzato interviste a donne importanti, come Rita Levi Montalcini ( a cui ha fatto la sua ultima intervista-testamento prima di morire), Margherita Hack e tante altre, scienziate e non.