Ivan Simeone
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Latina – La notizia è di questi giorni. Anche Benetton al centro storico di Latina ha calato la saracinesca. Non sappiamo se poi il “marchio” intenderà riaprire con una nuova gestione o meno. Si vedrà.
Intanto la situazione del nostro commercio è in movimento. Benetton, Game Stop, Sisley … non sono i primi ad abbandonare e né –purtroppo- saranno gli ultimi. È certamente un ulteriore e palese “segnale” di un lento ed inesorabile cambiamento dell’assetto commerciale ed economico del nostro centro cittadino.
Alle attività storiche e del fashion si predilige il food e la somministrazione. È un dato di fatto di cui bisogna prenderne atto.
Il Centro si sta trasformando in una indifferenza assordante. Pochi residenti che lasciano il posto ad uffici, una mancanza di pianificazione strategica delle attività in omaggio ad una liberalizzazione senza guida …È positivo tutto ciò?
Il cambiamento non si può fermare, tutto muta, ma certamente si può e si deve governarlo.
L’attività commerciale, maggiormente quella di vicinato, non è solo una “attività produttiva” ma anche un presidio culturale e sociale. Da sempre il commercio è una delle anime della Comunità. È da tempo che si cerca di evidenziarlo.
Non possiamo parlare di sviluppo, di turismo, di “economia del quotidiano” se non sosteniamo le nostre attività produttive e commerciali.
Bisogna prevenire, pianificare, governare i processi di mutazione di cambiamento. Non è un problema di “colore partitico” ma di sensibilità e, soprattutto, di professionalità.
È un problema che coinvolge tutte le parti sociali, tutta la Comunità cittadina.
Non dimentichiamoci che il commercio, nella sua complessità tra dettaglio, ristorazione e somministrazione, commercio ambulante e commercio all’ingrosso, nella nostra provincia rappresenta oltre 10 mila operatori. Il 32% degli operatori del commercio al dettaglio, secondo alcune stime, opera nella nostra Città di Latina, creando occupazione, muovendo una importante “economia del quotidiano” e rappresentando veri strumenti per la vivibilità delle nostre vie cittadine.
Il mondo del commercio è una reale opportunità –se ben strutturato e gestito- anche come forma di auto-imprenditorialità dei nostri giovani. Bisogna guardare “con occhi nuovi” i processi organizzativi, commerciali e produttivi. Una attività che chiude è un danno per tutti.
La digitalizzazione delle attività, il focus sulla sostenibilità e l’integrazione con il settore turistico (che la politica deve sostenere) possono contribuire a un futuro prospero per i nostri operatori.
Sappiamo bene che dalla pandemia ad oggi vi è stato un radicale cambiamento di abitudini dei consumatori. Secondo alcuni dati, nel 2023, le vendite online nella provincia sono aumentate del 25%, rappresentando circa il 15% del totale delle vendite al dettaglio. È una realtà di cui dobbiamo prenderne atto ma parallelamente dobbiamo rafforzare e sostenere le nostre attività di vicinato.
Sappiamo che la battaglia tra “on line” ed “il negozio” è impari; troppi costi di gestione, costi del personale, tasse, leggi e leggine che creano una grande vischiosità operativa, mancanza di programmazione, eccessivi costi per gli affitti e una enorme diversità di costi della merce, fatta salvo poi la qualità di quanto si va ad acquistare. Conosciamo bene la situazione ma bisogna assolutamente che si trovino nuove forme e nuove strategie per sostenere il nostro commercio di vicinato.
Perché non sviluppare una programmazione e destinare il nostro Centro come un salotto del bello e del fashion? Perché non promuovere attività ed iniziative di alto valore artistico, culturale e della moda, iniziative veramente attrattive? Perché non avviare nuove politiche di sostegno per attrarre a Latina i grandi marchi e sostenere contestualmente nuovi insediamenti di attività commerciali gestite dai nostri giovani? Perché non promuovere una vera “rete” di operatori per una azione commerciale e di promozione condivisa, con il supporto delle nostre Istituzioni locali?
Non bisogna attendere “dal cielo” le soluzioni ma confrontarsi con le Amministrazioni, avviare i processi aziendali di cambiamento, creare reti di commercianti ed operatori economici per intraprendere autonomamente politiche di sviluppo locale.
La sfida deve essere raccolta da tutti noi, insieme, in un’ottica di “sussidiarietà circolare”, ovvero Istituzione locale, privati e Associazione di Categoria in una unità sistematica.