Circe, archeologia di un mito. A Roma la presentazione dei risultati di ricerche condotte a San Felice e Sabaudia

La storia del territorio pontino siamo abituati a leggerla sulla base di Forma Italiae, parte Circeii (Giuseppe Lugli 1928), oggetto nel 2008 di una edizione in copia anastatica a tiratura limitata curata dall’Archeoclub di Terracina. Le tesi dell’archeologo, scomparso nel 1967, professore ordinario di Topografia romana all’Università di Roma La Sapienza vengono oggi in parte “confutate” dall’esito di dieci anni di ricerche  condotte dal dottor Diego Ronchi nei comuni di San Felice Circeo e Sabaudia.

diego ronchi
Diego Ronchi

Alcuni dei risultati delle ricerche di Ronchi saranno presentati al pubblico e alla comunità scientifica il prossimo 28 aprile, con inizio alle 17, nel corso di un convegno intitolato “Circe: archeologia di un mito” (preludio di una prossima pubblicazione) in programma presso il Museo Nazionale di Villa Giulia a Roma.

Un’occasione ghiotta per gli appassionati del settore. All’evento, organizzato in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio e dell’Etruria Meridionale, prenderanno parte come relatori il professor Mario Torelli, membro dell’Accademia Nazionale dei Lincei e vincitore del premio Balzan 2014 per l’archeologia classica, il professor Fausto Zevi membro dell’Accademia Nazionale dei Lincei e professore della Sapienza, e la dottoressa Alfonsina Russo, Soprintendente del Lazio e dell’Etruria meridionale. Si tratta di un’iniziativa patrocinata da Ministero dei Beni culturali, Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Accademia Nazionale dei Lincei e Parco Nazionale del Circeo.

“Nel corso dell’incontro – anticipa una nota stampa –  saranno presentati principalmente i materiali, molti dei quali inediti, relativi ai culti praticati al Circeo. Tuttavia le conclusioni che verranno esposte sono derivate da un più ampio progetto di ricerca volto alla costituzione di una nuova carta archeologica dei comuni ci Sabaudia e San Felice Circeo. Gli esiti ed i materiali derivati da questo progetto di ricerca saranno editi a breve e resi disponibili al pubblico in libreria a partire da settembre / ottobre 2016. L’opportunità di una simile ricerca è nata da un’attenta considerazione del contesto e della sua storia degli studi. L’attuale lavoro di riferimento per l’area è la Forma Italiae di Giuseppe Lugli del 1928. Tale lavoro, senza volerne negare l’importanza documentale, ha tuttavia codificato per l’area una sorta di “paradigma interpretativo”, in alcuni casi trasformando ipotesi di lavoro, il più delle volte risalenti a storiografia locale, in assunti adoperati dalla critica successiva. Ricostruire la storia della formulazione di queste ipotesi ha portato a risultati non meno inattesi di quelli derivati dalle attività di scavo e dalle ricognizioni”. Nel corso della presentazione verranno raccontate, in particolare, le vicende legate al “riconoscimento” delle varie emergenze a carattere cultuale del contesto, presentati i dati, editi ed inediti,  derivati da anni di campagne di ricognizione e rilievo, e formulate nuove ipotesi interpretative.

Area archeologica dei Quattro Venti a San Felice Circeo
Area archeologica dei Quattro Venti a San Felice Circeo