Circeo, la “demolizione” di Schiboni nella lettera aperta di FdI. La rivoluzione di chi pensa

Il sindaco di San Felice Circeo Giuseppe Schiboni

Riceviamo e pubblichiamo una lettera aperta indirizzata al sindaco di San Felice Circeo Giuseppe Schiboni, a firma di Dionisio Magnanti, coordinatore locale di Fratelli d’Italia.

Signor Sindaco,
le scrivo per chiederle se non si stia esagerando nel fare dietro front su tutto quello che è già appaltato o programmato.
Andando per ordine, inizierei dai lavori pubblici: appena insediata la sua giunta ha bloccato gli interventi, già appaltati e in corso d’opera, del Campo Sportivo di Mezzomonte. Lo stop riguarda anche la possibilità di ampliarlo, come invece stabilito dalle delibere di esproprio del terreno adiacente all’impianto stesso.
Posso continuare con la decisione di non realizzare le rotatorie, anche queste già appaltate, presso l’incrocio della cava e l’Hotel Fiordaliso, per non parlare della realizzazione del parcheggio adiacente il Cimitero, abbandonato e non più seguito. Ed ancora: i lavori di ristrutturazione del plesso scolastico di Montenero fatti iniziare in ritardo; la scelta di intervenire asfaltando delle strade invece di procedere con la sistemazione di altre disastrate, più urgenti. Penso poi all’annullamento degli espropri di terreni su via Terracina (Golfo Sereno) per la realizzazione della pista ciclo pedonale.Tutte queste scelte politiche sono sicuramente legittime, ma hanno creato disagi enormi, mettendo in difficoltà i residenti e i turisti.
L’impianto sportivo chiuso ha costretto tutte le Società calcistiche ad usare una struttura privata, con un aggravio di spesa ricaduto sui cittadini.
Per le rotatorie non realizzate, non solo si sono dovuti sostenere i costi di progettazione e quelli relativi alla penale dovuta alla ditta aggiudicatrice dell’appalto (denaro pubblico sprecato), ma, soprattutto, il rischio di incidenti non è stato ridotto, bensì aumentato, come testimoniato dal sinistro avvenuto subito dopo tolta la struttura provvisoria nell’incrocio presso il Fiordaliso.
La mancata realizzazione del parcheggio ha creato disagi a chiunque volesse andare in centro storico e impedito ai commercianti di ampliare il volume di affari nel periodo più favorevole dell’anno.
Infine i lavori nel plesso scolastico di Montenero è la ciliegina su una torta, più che mai amra: costringere i bambini a prendere un pulmino davanti la scuola di Montenero (dopo essere stati accompagnati dai genitori) per raggiungere il centro storico, ed attraversarlo a piedi per raggiungere il plesso scolastico , é il massimo della negligenza.
Ora passerei all’urbanistica, cronicamente bloccata da anni.
Siamo in tanti a chiederci che fine abbia fatto il lavoro svolto dall’architetto Ricci, incaricato di redigere un nuovo piano Regolatore. Svanito nel nulla
Il Piano del Parco, presentato come la panacea di tutti i mali, sarà rimasto impantanato in qualche piscina o divorato da un cinghiale perchè non se ne hanno notizie da un po’.
Le conciliazioni, le domande di Sanatoria, il piano di utilizzo dell’arenile sono diventati personaggi mitologici che appaiono molto raramente e solo a pochi fortunati.
Sulla programmazione degli eventi turistico-culturali si è partiti dell’alto per imboccare, subito dopo, una ripidissima e inarrestabile discesa: il festival del cinema, una manifestazione molto gradita e importante per la promozione del territorio, nel suo primo anno ha goduto di cura e qualità, dal secondo, invece di proseguire nella crescita, si è scelto di derubricarla a evento più “familiare”, quasi domestico, incapace di attirare l’attenzione mediatica e del pubblico.
Gli altri eventi organizzati, sono risultati di bassa levatura, con cambi di programma improvvisi e scarsa informazione.
San Felice Circeo ha bisogno di riappropriarsi del ruolo che le compete nella Provincia di Latina, nella Regione, in Italia: le scelte che la sua Amministrazione si ostina a percorrere sono palesemente inadeguate e producono solo inefficienze e disagi. Se uno pensasse male, la sensazione è che si stia preferendo recedere da iniziative di sviluppo necessarie per mantenere uno status quo che non disturbi troppo qualcuno. Ma qui nessuno pensa male, al massimo, pensa. E già questo appare abbastanza rivoluzionario in una città che si vorrebbe narcotizzare.

Dionisio Magnanti