Un team di archeologi ha riportato alla luce una necropoli mesolitica sul promontorio del Circeo, la più antica mai scoperta nel Lazio. Come riportato da Il Messaggero, tra i resti, risalenti tra il 9300 e il 7300 a.C., ci sono almeno sette individui, tra cui adulti, bambini e una giovane donna il cui scheletro presenta segni di manipolazione post-mortem.
«Resti umani di questo periodo non erano mai stati documentati nel Lazio – spiega Margherita Mussi – e sono estremamente rari in tutta la penisola». Il sito, noto come Riparo Blanc, era stato già esplorato negli anni ‘60, ma solo ora è stato possibile datarne con certezza l’età grazie al radiocarbonio.
L’aspetto più enigmatico riguarda il corpo della giovane donna: sull’omero sono state individuate incisioni profonde, eseguite con strumenti litici. «Ci sono varie ipotesi per spiegare questo dato, molto raro nel record preistorico italiano: potrebbe trattarsi di un trattamento rituale del cadavere o di un atto di cannibalismo» spiega Flavio Altamura, che ha guidato la ricerca con la Soprintendenza di Frosinone e Latina.
Il soprintendente Alessandro Betori sottolinea l’importanza del ritrovamento: «Un ennesimo caso che conferma il ruolo centrale del Circeo nella storia più antica dell’uomo». Lo studio è stato pubblicato sul Journal of Archaeological Science e apre nuove prospettive sulla conoscenza delle pratiche funerarie del Mesolitico.