Cisterna, Mauro Carturan torna alla guida della città

Mauro Carturan

È stata ufficialmente sospesa la mozione di sfiducia presentata contro il sindaco Mauro Carturan e di conseguenza la nomina del Commissario prefettizio, in attesa della trattazione collegiale in camera di consiglio del 10 marzo.

Il viceprefetto Enza Caporale, insediata il 4 febbraio, nella mattinata di ieri, 16 febbraio, ha dato attuazione al decreto e lasciato il posto al sindaco dopo 12 giorni di commissariamento della città. Le motivazioni del Tar fanno riferimento all’evidenza di errori e omissioni palesi (motivo del ricorso presentato da Carturan) come la mancata convocazione al sindaco stesso del Consiglio comunale del 30 gennaio, nel quale è stata discussa la mozione di sfiducia.

“La mozione deve essere presentata per iscritto al Presidente del Consiglio Comunale e al Sindaco” e quindi non sarebbe valida per “eccesso di potere per violazione e falsa applicazione dell’art. 33 comma 2 del Regolamento sul Funzionamento del Consiglio Comunale” riferita all’assenza del sindaco.

“Del resto – è scritto nel ricorso firmato dall’avvocato Antonino Galletti – le argomentazioni poste alla base della mozione erano prettamente politiche ed afferivano alla gestione politica ed amministrativa del Comune. È evidente che, qualora il sindaco avesse avuto contezza dell’avvenuta convocazione, avrebbe potuto partecipare, interloquire pubblicamente con il Consiglio, difendere e chiarire il proprio operato, oltre che provare a trovare eventuali accordi e/o soluzioni idonee a disinnescare le ragioni sottese alla mozione”.

Vizi di procedura, comunque da valutare e approfondire in sede collegiale. Nel ricorso, datato lunedì 15 febbraio, però, non è stato tenuto conto che i ricorrenti Simonetta Antenucci, Gildo Di Candilo e Alberto Ceri non solo non erano “consiglieri comunali” ma nemmeno più assessori; come Renato Campoli, Marco Mazzoli e Mario Squicquaro non più consiglieri comunali. Così come nel decreto non è chiaro perché sia stato indirizzato, oltre che al Comune, al commissario e alla prefettura, anche alla consigliera civica di opposizione Maria Innamorato (non costituita in giudizio) e non a tutti gli altri firmatari della sfiducia.

“Non so cosa dire – ha commentato la Innamorato – abbiamo firmato in 12 e votato in 14, perché solo a me? Aspetto che si pronunci il mio avvocato”. “Tutto questo sta solo creando un intralcio al buon lavoro che aveva intrapreso il Commissario – commenta Andrea Santilli del Pd – che ci avrebbe traghettato fino alla prossima data utile per le elezioni”.