Clonavano automobili, arrestate due persone nella provincia

Sono stati arrestati, in provincia di Latina, a Pontinia e a Cisterna di Latina, due uomini, uno di 40 anni e uno di 63 anni, per i reati di riciclaggio, ricettazione e di falsità materiale.

L’esecuzione in argomento scaturiva da una intensa attività investigativa che traeva origine dall’arresto per evasione del 40enne, che è stato trovato in possesso di un’autovettura Range Rover modello Evoque in San Felice Circeo all’atto del suo arresto mentre un’altra autovettura di analogo modello, veniva rinvenuta in un terreno limitrofo alla propria abitazione in Pontinia.

A seguito di mirati approfondimenti investigativi, si appurava che entrambe le autovetture nella disponibilità dell’indagato risultavano clonate in tutto e per tutto e perfettamente riproducenti altrettanti veicoli in circolazione e nella disponibilità dei rispettivi proprietari che si trovavano in Campania ed in Piemonte.

Analoga clonazione inoltre emergeva essere stata effettuata dagli indagati per una Jeep rubata in provincia di Napoli e poi venduta ad una società che veniva a conoscenza della provenienza illecita dell’auto solo successivamente, all’atto del sequestro della stessa.

Gli accertamenti sui rispettivi documenti di circolazione consentivano di acclarare, inoltre, la falsificazione su moduli di carte di circolazione risultate rubate presso un Ufficio motorizzazione siciliano.

Le risultanze emerse da questi accertamenti metteva in luce un collaudato modus operandi a mezzo del quale costosi veicoli rubati venivano rimessi sul mercato con documenti e targhe perfettamente corrispondenti ad analoghi veicoli circolanti.

Grazie alle investigazioni tecniche, su telefoni cellulari sequestrati, emergeva l’effettiva provenienza delittuosa delle medesime autovetture di lusso, accertandosi l’avvenuta clonazione e vendita ad opera del 63enne che è risultato gestore di una concessionaria di automobili e che veniva collaborato dall’altro uomo, ai fini della vendita delle automobili di provenienza illecita.

I gravi indizi di colpevolezza raccolti, attraverso le investigazioni e gli accertamenti tecnici, a carico degli indagati determinavano il G.I.P. del Tribunale di Latina ad accogliere la richiesta di Misura cautelare in carcere avanzata dal P.M. titolare dell’indagine e supportata dagli oggetti riscontri degli investigatori.