Commercio: per Confesercenti combattere la desertificazione dei centri urbani con la rigenerazione

Economia e imprese

Rubrica settimanale 

di Ivan Simeone

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Ivan Simeone

Lo scorso 24 ottobre, a Roma, Confesercenti ha presentato una significativa ricerca condotta con il Centro EURES, sul fenomeno della desertificazione dei centri urbani delle nostre Città: “Commercio e Servizi: Le oasi nei centri urbani”. Presentazione che ha visto relatori autorevoli quali la Presidente nazionale Confesercenti Patrizia De Luise, il Segretario Generale Mauro Bussoni ed il Presidente dell’Eures Fabio Piacenti. È intervenuto il Ministro del Made in Italy Adolfo Urso.

È certamente una tematica particolarmente delicata, per gli innumerevoli aspetti che si vanno tra loro intersecare. La ricerca ha visto una analisi ed un coinvolgimento di numerosi Comuni italiani. 

In molte cittadine del nostro Paese, si sta registrando un ridimensionamento di diverse tipologie di attività commerciali; un fenomeno che può essere contrastato da un insieme di azioni condotte sia a livello di Governo ma anche a livello locale.  

Le nostre Comunità cittadine sono composte da una rete di botteghe ed attività commerciali familiari “che forniscono beni e servizi essenziali e aiutano a mantenere vive e attrattive le comunità locali”. Una importante rete di piccole attività commerciali che tipicizzano l’economia del nostro Paese. 

Da una prima analisi, in Italia (dati primi mesi 2024) ci sono in media 148 imprese del commercio in generale ogni 10 mila abitanti, contro una media delle 120 nel resto dell’Unione Europea. È una tipicità economica e sociale tutta italiana ma riguardo al solo “commercio al dettaglio” i dati evidenziano un rallentamento della crescita mentre nel resto dell’Unione Europea vi è una accelerazione di presenze. Dalla ricerca si evidenzia un lento processo di “desertificazione commerciale” in particolare per le attività dell’abbigliamento (discorso a parte l’abbigliamento di alta sartoria) ed alimentari. Reggono le attività legate ai servizi come Parrucchieri ed Estetica. Unica vera eccezione sono le attività legate al monopolio quali Tabaccherie e Farmacie che registrano un aumento di presenze.

Se andiamo a leggere alcuni dati, vediamo che per i Comuni medio-grandi dal 2014 ad oggi vi è stata una flessione di circa il -6,4%.

Un altro fenomeno “interessante” -che riguarda principalmente i grandi Comuni- è un aumento di attività legate al mondo dell’ortofrutta e minimarket gestiti da imprenditori stranieri.  Su circa 9.534 imprese di minimarket registrate nelle grandi Città, quasi la metà (4.656 attività) hanno titolari di nazionalità straniera.

Accanto alla denatalità delle attività del commercio al dettaglio, secondo l’analisi Confesercenti, vi è anche un rallentamento di “nuove aperture”, complessivamente pari ad un -43,1% per attività commerciali dal 2013 al 2023.

Cosa diversa per le attività legate al mondo della “digital economy”. 

Nel 2023 si è registrato un aumento di consegne che ha raggiunto quota 906 milioni di pacchi consegnati. Dal 2016 ad oggi l’aumento deli pacchi consegnati è pari al +204%. 

Riguardo alle imprese “digitali” registrate a livello nazionale, nel 2024 hanno raggiunto quota 41.096 contro le 12.321 del 2014.

Altro dato significativo è l’aumento delle attività ricettive legate al mondo del B&B, case vacanza ed affittacamere per brevi periodi. Qui abbiamo una “esplosione” di attività, spesso legate anche alle piattaforme digitali del settore. Tra il 2014 e il 2024, le attività del settore sono aumentate del +146%.

Da questi dati si evince come sta cambiando radicalmente il mondo del commercio, nell’accezione più vasta del termine.

Ma cosa poter fare concretamente? Quali provvedimenti e strategie adottare?

Ovviamente, come sempre cerco di evidenziare, il cambiamento non si può fermare ma deve essere governato. Per dare risposte concrete vi devono essere più piani di risposta. Da una parte le Istituzioni nazionali e locali devono accendere realmente i riflettori su queste tematiche e avviare processi legislativi che possano supportare queste realtà produttive che tipicizzano il nostro Paese. Anche i singoli Comuni devono e possono fare concretamente la loro parte. Piani del Commercio, iniziative di rete e sostegni economici con la diminuzione di tributi locali, iniziative promozionali e sviluppo delle politiche turistiche sono solo alcuni degli aspetti da approfondire.

Ovviamente il commerciante, l’artigiano come il titolare della PMI deve fare la propria parte, affrontando il cambiamento con professionalità e guardando ai processi di digitalizzazione in maniera proattiva e propositiva. Stiamo vivendo un cambiamento di visione e di cultura commerciale.

In tutto questo fa ben sperare l’iniziativa della prima Legge annuale dedicata alle PMI che, il condizionale è d’obbligo, dovrebbe essere varata in questo periodo.

Attendiamo fiduciosi.