Coronavirus: chiuse attività produttive non necessarie, Conte parla al Paese

Tutte le attività produttive non necessarie saranno chiuse. Questa la decisione del Governo annunciata, alle 23.20 del 21 marzo, dal presidente del consiglio, Giuseppe Conte, con un messaggio alla nazione sempre con l’obiettivo di contenere i contagi da Coronavirus. Resteranno aperti con gli stesso orari tutti i supermercati e alimentari, quindi non è necessaria nessuna corsa all’acquisto, come avvenuto subito dopo i precedenti decreti ministeriali.

“Non nasconderò la realtà – ha detto Conte – Questa è la crisi più difficile che il paese sta vivendo dal secondo dopo guerra. Le immagini di questi giorni lasceranno un segno, anche quando tutto questo sarà finito. Le misure sin qui adottate, lo avevamo già detto, richiedono tempo perché possano spiegare i loro effetti: dobbiamo continuare a rispettarle”.

“Sono misure severe, ma non abbiamo alternative: dobbiamo resistere. Il nostro sacrificio di rimanere a casa è minimo se paragonato a quello di altri concittadini: negli ospedali c’è chi rinuncia e rischia molto di più: medici e infermieri, ma anche le forze dell’ordine, i commessi dei supermercati e i giornalisti”.

I numeri dei contagi, ma soprattutto quelli dei decessi diffusi nel pomeriggio dalla protezione civile sono spaventosi: 793 in 24 ore. La decisione del Governo è arrivata dopo un lungo pomeriggio di consultazioni.

“Oggi faremo un altro passo – ha detto finalmente Conte – chiudere nell’intero territorio ogni attività produttiva che non sia strettamente necessaria. Abbiamo lavorato con sindacati e associazioni di categoria per una lista dettagliata, per capire quali siano i servizi necessari. Resteranno aperti supermercati, alimentari. Nessuna restrizione sui giorni di apertura, è importante mantenere la massima calma: non c’è ragione di fare corse agli acquisti. Aperti ancora farmacie, parafarmacie, garantiti servizi bancari, assicurativi postali, ancora trasporti. Per il resto sarà concesso solo il lavoro in smart working e solo attività rilevanti per la produzione nazionale”.

Rallentiamo il motore produttivo del Paese, ci consente di affrontare la fase più acuta del contagio per contenere quanto più possibile la diffusione dell’epidemia. L’emergenza sanitaria si sta tramutando in emergenza economica, ma a tutti dico lo Stato c’è. Mai come ora la nostra comunità deve stringersi forte a protezione della vita. Rinunciamo alle abitudini perché amiamo l’Italia ma non rinunciamo al coraggio e alla speranza per il futuro. Insieme ce la faremo.