Coronavirus, le persone dietro ai numeri: a loro dà voce il sindaco di Formia

C’è un sindaco che negli ultimi giorni, accanto ai numeri del Covid (contagiati, guariti e purtroppo morti), affianca, nei sui messaggi ai cittadini, storie. Storie di tutti i giorni, storie di resistenza a questo subdolo virus che qualcuno ancora fa finta di non vedere e che purtroppo così tanto sta cambiando le nostre vite e sta mietendo vittime.

E’ la prima cittadina Paola Villa. Nel messaggio di oggi, 18 novembre 2020, spiega che i positivi ieri registrati sono stati 22 a Formia, che stanno tutti abbastanza bene, che la maggior parte sono contagi intrafamiliari, persone già in quarantena da almeno 10 giorni che risultati positivi al test rapido hanno fatto il molecolare ed erano in attesa del risultato arrivato ieri.

“Tra le novità – continua ancora – ci sono anche 8 negativizzati, persone che sono usciti dalla quarantena, finalmente! Tra i positivi di oggi persone di tutte le età, tutti già propensi a prenotare il prossimo tampone per mettere la parola fine a questa esperienza”.

Poi parla delle persone colpite, fa i nomi, ma non i cognomi per una privacy che – se tutti fossimo più civili – servirebbe a poco, perché nessuno ha colpa del proprio contagio. “Tra le diverse persone contattate c’è Giuseppe che sta cercando di ricostruire i suoi contatti e cercando di informarli tutti, Rosaria che si è subito trasferita altrove, ormai da oltre 10 giorni, per proteggere mamma e papà che sono anziani e non si possono ammalare. E poi c’è il signor Mario, un signore di una certa età che mi ha detto che è sicuro che il suo contagio è dovuto alla moglie e con fare ironico mi dice che ‘anche se lei è negativa, io lo so che lo ha preso lei’. Io ci provo a spiegare, ma lui con fare deciso, dice che è così e basta e che alla fine, meglio che a lui che alla moglie.

Domani speriamo che non ci siano contagi o che almeno siano meno, ma spero soprattutto che se ci dovessero essere, di trovare tutte persone così, proprio come Giuseppe, Rosaria e Mario”.

Un diario di bordo di un periodo che mai avremmo potuto immaginare, se non per farne film di fantascienza. Anche la pagina di ieri vale la pena di essere riportata, indipendentemente – per una volta – dai numeri.

“Tra i nostri concittadini positivi – ha narrato ieri Villa – la più anziana è una amabile signora del 1930 che con forza afferma che sta bene e non ha mai lasciato la sua abitazione per proteggere tutti; la più giovane ha appena due anni e ovviamente è quella che è stata meglio tra tutti della sua famiglia. Ogni positivo ha la sua storia, ci sono quelli che vivono totalmente isolati da tutti, quelli che vivono isolati insieme a tutta la famiglia, ma quasi tutti raccontano di essere sollevati di stare bene, ringraziano del fatto che pur avendo incontrato il virus, stanno riuscendo a venirne fuori. Quando poi chiedi se hanno bisogno di qualcosa tutti ti rispondono ‘no, no conservate questo aiuto per chi sta peggio di me’, con grande spirito di consapevolezza e comunità”. Con questo spirito ne verremo fuori.