Covid: 3 nuovi drive-in in provincia, ma chiusura notturna dei Punti di assistenza

Per rispondere alla domanda in crescita esponenziale dei tamponi sulla popolazione a rischio Covid saranno attivati ad Aprilia, Priverno e nel sud pontino (Gaeta o Formia), 3 nuovi drive-in.

Latina, dicono dalla Asl, continuerà a funzionare dalle 9 alle 18 eccetto domenica (dalle 9 alle 14). Gli altri solo la mattina dalle 9 alle 14. I primi due saranno operativi da martedì, qualche giorno dopo quello del golfo.

Per consentire questa misura straordinaria per arginare il coronavirus e limitare le file lunghissime al drive-in di Latina, è stata però disposta la chiusura nelle ore notturne i Pat (dalle 8 alle 20). Questo, dicono dalla Asl di Latina “ci permettere di recuperare le energie per attivare i drive-in”.

L’accesso ai drive in permanenti è con impegnativa del medico oppure su invio diretto del dipartimento di prevenzione. Eccezioni sono previste per chi rientra da aree a rischio e quindi su provvedimenti regionali o nazionali (esibendo titolo di viaggio), e per chi deve partire.

Le reazioni alla chiusura notturna dei Punti di assistenza territoriale (Pat), non è stata digerita dai sindaci dei Comuni che si trovano così, di nuovo (come durante il lockdown), privati di questo servizio. Anche il presidente della commissione Sanità della Regione Lazio, Giuseppe Simeone, è intervenuto in merito: “Trovo ingiustificata e priva di buon senso l’ordinanza dell’Asl di Latina che dispone la chiusura dei punti di assistenza territoriale (ex PPI) nelle ore notturne, producendo come primo effetto l’ulteriore depotenziamento dei servizi sanitari nella nostra provincia. Per questa ragione presenterò già nei prossimi giorni un’interrogazione urgente al presidente Zingaretti e all’assessore D’Amato.

La scelta del manager Casati va nella direzione opposta rispetto a quella necessaria. L’obiettivo dovrebbe essere quello di aumentare l’offerta sanitaria territoriale, a cominciare dal potenziamento del personale nelle nostre strutture. La fase emergenziale che stiamo vivendo dovrebbe indurre i vertici dell’azienda sanitaria a chiedere un incremento di medici ed infermieri nelle strutture ospedaliere e territoriali, invece con questa disposizione di fatto la prima conseguenza sarà quella di sguarnire i servizi. Non è certo spostando il personale da una parte all’altra che si risolvono i problemi della nostra sanità.

I Pat rappresentano un riferimento nell’erogazione di servizi di emergenza urgenza e nello svolgere il ruolo di catalizzatori di migliaia di utenze che in loro assenza andrebbero ulteriormente ad intasare i pronto soccorso degli ospedali già in costante sovraffollamento. L’ordinanza dell’Asl rischia di inficiare ulteriormente la già fragile assistenza sanitaria territoriale privando alcune aree di qualsiasi riferimento assistenziale”.

La chiusura dei Pat nelle ore notturne ha già provocato la dura reazione da parte dei sindaci di Cori, Sezze, Sabaudia, Gaeta e Minturno che hanno chiesto al direttore generale dell’Asl di rivedere la propria posizione.