Crisi economica e politica avvinghiata su se stessa …. ….e le piccole imprese e attività artigiane ?  

Economia & Società

la rubrica del mercoledì a cura

di Ivan Simeone

Direttore CLAAI Assimprese Lazio Sud

direzione@claai-assimprese.it

Ivan Simeone

 

Un “silenzio assordante” copre il quotidiano. Leggiamo (e cominciamo a vivere sulla nostra pelle) di una situazione economica montante non certo favorevole alle nostre imprese e attività. Abbiamo il POS obbligatorio ormai per quasi tutte le attività produttive, abbiamo una difficoltà per i crediti d’imposta legati al bonus 110 che rischiano di mettere in difficoltà molte delle nostre imprese edili, particolarmente quelle artigiane e a conduzione familiare, abbiamo la fatturazione elettronica obbligatoria ormai per quasi tutte le partite IVA (con aumenti di costi); di fatto una economia in frenata sia a livello nazionale che locale. Dinanzi a questa situazione ben poche sono le voci autorevoli che si innalzano.

Se qualche barlume di opportunità si intravede questa rischia di essere vanificata da aumenti e balzelli. Non si vuole scadere in un qualunquismo di maniera ma la cosa più triste è la percezione che ben poco si stia facendo, a tutti i livelli, per ridare fiato alle piccole imprese e attività artigiane e commerciali, alle tante partite IVA dell’indotto.

Assistiamo ad una politica che si sta avvolgendo su se stessa… una politica che ci rammenta un po’ quel passo del romanzo di Exupéry, quando il Piccolo Principe cade nelle rapidi e si agita, si avvolge su se stesso ma in effetti rimane fermo. Purtroppo la politica attuale, a tutti i livelli, sembra proprio questa: ci si agita, proclami, fiumi di parole ma poi? Aumenta l’acqua, aumenta il gas e l’elettricità, dei beni di prima necessità non ne parliamo….Se andiamo ad analizzare le ultime analisi di “Altroconsumo” vediamo che tutto è in aumento con una inflazione che è arrivata a Giugno al 8,5%.

I dati dell’Osservatorio Cerved ci dicono “semplicemente” che, nel Paese, abbiamo “solo” 99 mila imprese a rischio di fallimento che rappresentano il lavoro di circa 831 mila “persone”.

Si potrebbe andare avanti all’infinito. I dati, ricerche e studi non ci mancano, ma bisogna essere propositivi e positivi.

Sentiamo la necessità di un’azione politica che sia concertativa a tutti i livelli…e non a parole. Sentiamo l’esigenza di una “concretezza” e una “serietà” politica che porti a trovare soluzioni di crescita delle nostre imprese e non affossarle con continui pesi. Sentiamo l’esigenza di una “libertà d’impresa” che possa poi portare ad una crescita di tutta la nostra Comunità.

Abbiamo bisogno di un nuovo “patto” tra i vari soggetti economici e le Istituzioni, un “patto” non ad excludendum ma inclusivo, a tutti i livelli, cominciando dalle realtà locali.

Bisogna dare vita ad una nuova azione a supporto di chi giornalmente “alza la serranda” e produce per se e per i propri collaboratori. Bisogna tornare a dare un senso al lavoro e all’impegno politico.