Sventola la bandiera italiana quando raggiunge Civitavecchia. Se si guarda alle spalle vede il mare infinito, eppure all’enorme distesa di acqua Cristian Nardecchia ha saputo dare un’inizio e una fine. Togo Bastia in Corsica, venerdì 7 giugno. All’alba si parte, anche se il mare non lo consiglia. Ma Cristian è testardo, forse qualcosa da quel “Lupo di montagna” che è papà Paolo deve pure avere preso.
Vuole fare la traversata in sella alla Red Shark Bike. Una telaio di bici su una tavola. Alta ingegneria per carità, ma si confronta l’uomo e il mare. L’uomo è lo smisurato. Anche se Cristian è assistito da uno staff di prim’ordine. Ma poi c’è la fatica, che la resistenza non sconfigge, ma rimanda. Se vinci il record di dislivello in 24 ore, More Than Double Everesting, o quello della scalata del Passo Giau, non è scontato che reggi anche la forza delle onde. Tanto pedali in avanti, tanto e più rischi che il modo ondoso di rispedisca dietro. Il mare come una tavola è fantascienza. 
Eppur si muove Cristian. La prima notte è tremenda, il mare agitato distrutte tutti. Cristian è debilitato, ma non molla. Si riparte. Fino a questa mattina. Si parte alle 5.30 da Cala Galera, all’Argentario, dove era arrivato ieri dall’Isola del Giglio e 20 miglia di percorso.
In totale di miglia adesso ne ha fatte 135, le ultime pedalate, si fa per dire, da Santa Marinella a Civitavecchia.
“Sono stanco, ma domani si riparte subito. Tappa a Nettuno, da dove poi si riparte giovedì mattina fino a Sabaudia, all’Oasi di Kufra“. Queste le sue prime parole. Cristian pensa a Sabaudia, la spiaggia cara alla Maga Circe dove il ciclista di Sezze ha allenato il suo sogno, ed è lì che è giusto venga accolto da Cristian “il leggendario”. Il record della traversata in mare lo ha stabilito lui.









