Dare forza alle attività commerciali di vicinato. Perché non ragionare in termini di DUC? (Distretto Urbano del Commercio)

di Ivan Simeone

i.simeone@virgilio.it

Se la fortuna di una Comunità locale è “anche” il ceto produttivo, bisogna necessariamente che la politica incontri in maniera propositiva (e non solo informativa) le Categorie. 

Essenziale è un “luogo” di confronto -tavolo periodico di concertazione- che viene sempre conclamato ma poi, nella sostanza, spesso disatteso. Lo sviluppo di un tessuto commerciale e produttivo, dovrebbe essere alla base per la crescita di una comunità locale. Molte le sollecitazioni formali e informali che le Organizzazioni datoriali lanciano verso la politica, a tutti i livelli.

Ma cosa fare? Come avviare un confronto propositivo?

Sui tavoli di discussioni, o come si dice oggi nelle “Agende” di discussione, i temi certamente non mancano. I piani del commercio, anche solo circoscritti alle aree storiche delle città, i piani parcheggi, i progetti di rigenerazione urbana, politiche di sostegno reale alle attività commerciali come una corretta pianificazioni degli eventi di carattere turistico.

Rammentiamo che i dati e le percentuali ci raccontano di un commercio di vicinato in regressione, principalmente dai centri storici. Un lavoro di qualche anno fa della Camera di Commercio di Frosinone-Latina ci evidenzia come le attività al dettaglio nel centro storico di Latina sono in diminuzione costante, passando dalle 724 attività del 2012 alle 658 del 2022. Maggiormente penalizzate le attività di vendita alimentare. 

Non vi è certamente da meravigliarsi visto che nel centro di Latina sono drasticamente diminuiti i residenti e cominciano a scarseggiare anche Uffici che un tempo garantivano un flusso di movimento.

È ormai certificato che il commercio nei centri storici, ad esclusione di particolari vie dedicate al fashion, si sta lentamente trasformando dando spazio al Food. È un processo che sta stravolgendo la visione dei nostri centri cittadini e questo non sempre è positivo.

Si sente la mancanza di piani del commercio che il qualche modo potrebbero regolamentare gli assetti produttivi di una Città.

Importante strumento da proporre al mondo della politica locale ma con un intervento attivo degli Operatori, è il DUC, ovvero il Distretto Urbano del Commercio dove, creando una sinergia tra pubblico e privato, si punta a migliorare la competitività del commercio e valorizzare una determinata area cittadina sotto molteplici aspetti. Alla base vi deve essere una precisa scelta di indirizzo politico di una Amministrazione locale.

Il DUC, strumento di promozione territoriale, sinergia, gestione integrata di servizi, cooperazione, molto utilizzati nelle aree del centro-nord Italia, è previsto dalla vigente normativa nazionale con la legge dell’11 novembre del 2011 n.180, riferita allo “Statuto delle Imprese”, per poi declinare sulla legislazione delle singole Regioni, dove è recepita.

Potrebbe essere una opportunità per uno sviluppo territoriale concertato e per un concreto rilancio del tessuto produttivo e commerciale locale. Ma la politica lo vuole realmente? Certamente vi devono essere alcuni fattori essenziali quali la volontà politica, la professionalità ed una cultura imprenditoriale della rete. Perché non provarci?

Rammento sempre -a me stesso- che i processi di cambiamento bisogna cercare di governali, altrimenti si rischia di venire sommersi.