Decommissioning, la nucleare di Latina smaltita pezzo per pezzo come rifiuto convenzionale

Gli operai della centrale nucleare di Latina sistemano il primo blocco degli schermi rimosso

Sono iniziati ieri i lavori di demolizione degli schermi dei boiler: la parte superiore della centrale, con i blocchi di calcestruzzo armato che saranno decontaminati, e poi si passerà alla separazione del cemento dal ferro per ottenere materiali convenzionali da smaltire. La Sogin ha calcolato che il peso della centrale di Latina è di circa 320mila tonnellate e di queste il 93% sarà smaltito come rifiuto ordinario differenziato, dopo le operazioni di decontaminazione.

All’ingresso della cutting facility

La rimozione degli schermi durerà fino a gennaio 2021, poi sarà la volta dei boiler: saranno discesi con una gru e posti su un carrello meccanico che li porterà in una cutting facility, un deposito attrezzato di nuova e specifica realizzazione per il taglio a corona dei cilindri in otto parti disuguali. Questa operazione durerà fino al 2024; poi sarà abbassato l’edificio: ci vorrà il 2027. Dai 53 metri di oggi passerà a 38. A spiegarlo è stato l’ingegner Agostino Rivieccio della Sogin, responsabile disattivazione della centrale nucleare di Latina.

Il sindaco Coletta in conferenza stampa alla Sogin

“Una giornata storica per Latina – ha detto il sindaco Coletta nella conferenza stampa di ieri – Inizia l’opera di smantellamento della centrale nella sua parte più visibile. Questa operazione ci porta verso una maggiore sostenibilità ambientale. I rapporti con Sogin – ha aggiunto – sono cordiali: abbiamo anche un progetto di ristoro che ci aiuterà a recuperare e a mettere in sicurezza il Ponte Mascarello, la cui inagibilità oggi divide in due il passaggio verso il litorale”.

 

Per lo smantellamento vero e proprio del reattore però, bisognerà attendere la costruzione del deposito nazionale. Oggi Latina ospita un deposito temporaneo, che riceve solo i rifiuti della centrale pontina. Il governo non ha ancora pubblicato la mappa dei siti potenzialmente idonei, da cui comunque il capoluogo pontino dovrebbe essere escluso perché troppo vicino al mare. Fino a quel momento il reattore e il suo contenuto resteranno a Latina; nel frattempo italiani e francesi studiano su come dovrà essere rimosso: la centrale di Latina è infatti di tipo gas-grafite, diverso rispetto alle altre di cui già si conoscono le modalità di smantellamento.