Decreto cura-Italia: stanziati 25 miliardi. Non resta escluso lo Sport

Con il decreto Cura-Italia, il Governo stanzia 25 miliardi per fronteggiare l’emergenza coronavirus. Questo farà muovere flussi per 350 miliardi dando una prima risposta alla crisi economica e non solo.

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte con i ministri dell’economia Roberto Gualtieri e del lavoro Nunzia Catalfo, ha presentato il piano da 25 miliardi di euro che destinerà 3,5 miliardi al Sistema sanitario, 10 miliardi per il sostegno all’occupazione, la difesa del lavoro e del reddito, 1,3 miliardi per il fondo di integrazione salariale e 3,3 miliardi per la cassa integrazione in deroga.

Una manovra definita “poderosa” quella approvata dal cdm con un maxi-decreto senza precedenti, con cui il Governo punta a fronteggiare l’emergenza Covid-19.

L’Italia si stringe come non mai e reagisce a muso duro ad un virus che non solo intacca la popolazione, ma che potrebbe minare tutto il sistema economico del Paese.

A risentire dell’emergenza sono tante realtà, tra cui quelle sportive, un comparto che da solo vale l’1,7% del PIL, ovvero 30 miliardi di euro che diventano 60 se si considera tutto l’indotto.

Il mondo dell’ente di promozione sportiva Opes, già nei giorni precedenti si è fatto portavoce avanzando delle proposte al Governo, che sono state in parte accolte.

Un aiuto tampone dell’economia mossa dalle migliaia di piccole e grandi realtà che costituiscono l’Italia dello sport, l’Italia che coltiva i campioni del domani.

Non sono solo numeri, ma persone, aggregazioni, famiglie e non possono essere abbandonate, così come spiega Davide Fioriello vicepresidente nazionale Opes: “Questo decreto deve essere un punto di partenza. Purtroppo c’è ancora molto da fare per poter permettere al mondo dello sport dilettantistico e di base di riprendere il lavoro quotidiano una volta che sarà passato questo periodo di emergenza. Saremo quindi attenti – prosegue –  alle prossime mosse del Governo, cercando come abbiamo fatto fino ad ora di essere da pungolo con proposte serie e concrete per salvaguardare il nostro mondo”.

Lasciano ben sperare le dichiarazioni del ministro dello sport Vincenzo Spadafora, che in un’intervista rilasciata nei giorni scorsi a Valerio Piccioni della Gazzetta dello Sport, afferma di avere a cuore il destino di quasi centomila società dilettantistiche che vivono di piccoli introiti e che devono fare i conti con i pagamenti degli affitti e con tante altre spese che si riflettono sui bilanci. “Intanto cominceremo a utilizzare ciò che già abbiamo – aveva illustrato il ministro dello sport – C’è un fondo specifico di 10 milioni per le società sportive dilettantistiche e di 15 per la promozione sportiva. In più potremo mettere a disposizione una parte dei fondi dell’impiantistica che arrivano quest’anno a 200 milioni. Ma c’è necessità di avere un quadro complessivo”.  Per evitare il fallimento di molte imprese del settore sportivo, Spadafora aveva aggiunto che il Governo stava valutando la sospensione delle bollette e dei canoni per i concessionari degli impianti pubblici, così come per i mutui, anche se qui bisogna scindere tra quelli concessi dall’Istituto per il Credito Sportivo da quelli delle altre banche.

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Laureata in psicologia dello sviluppo e dell'educazione, con un master in organizzazione e sviluppo del capitale umano in ambito internazionale, da anni si occupa di comunicazione. Nel 2014 è referente di progetto presso l'ufficio stampa del Comune di Latina. Dal 2015 cura la promozione sportiva, manifestazioni, organizzazione eventi e ufficio stampa. Adora scrivere, specializzata nella gestione delle piattaforme digitali e social, sviluppa la sua creatività anche in ambito grafico.