Dimensionamento scolastico a Latina, lo schiaffo regionale che stende il Pd

Il presidente della Regione Nicola Zingaretti

Se la Buona Scuola si è rivelata uno dei flop più grandi del Governo Renzi (e certo il cambio di Ministro da parte del nuovo Presidente del Consiglio non ha giovato molto), la politica regionale del Lazio a guida Pd, alla vigilia delle elezioni, rincara la dose di “scollamento” dalle istanze provenienti dal territorio, supportate da compagni di partito e avallate da un iter procedurale e istituzionale standard. Vacci a capire qualcosa.

Il caso del dimensionamento scolastico di Latina è scoppiato come un petardo, lacerando una rete di rapporti costruiti su campo per inseguire la nuova frontiera di una meteora elettorale dall’esito sconosciuto. Non si era mai visto che la giunta regionale forzasse l’esito di un confronto a monte sigillato da una delibera provinciale assunta nel rispetto della delega assegnatale. Questo il passaggio che consente l’accorpamento di piazza Dante all’istituto comprensivo Volta: “VALUTATO opportuno ridistribuire i plessi dell’IC Volta e dell’IC Cena appartenenti alla rete scolastica del Comune di Latina in base alla proposta fatta dal Comune e non inserita nel piano provinciale ma che, a seguito di approfondimento tecnico chiesto dall’amministrazione regionale con nota prot. 646010 del 19/12/2017 sia alla Provincia che al Comune di Latina, è risultata essere la più idonea a soddisfare le esigenze del territorio”. Bene si dirà, per una volta la Regione va a fondo sulle questioni. Evviva il pragmatismo, bypassando le regole. Fortuna che l’approfondimento tecnico è stato chiesto sia al Comune che alla Provincia e che i funzionari di quest’ultima sia stata data la possibilità di ribadire le ragioni per le quali il Consiglio ha scartato la proposta del Comune. Ma evidentemente il Comune è stato più convincente. Su questo non ci sono dubbi. Ma allora perché le Province devono farsi carico di produrre atti che poi non servono a nulla? E vabbè, sono enti quasi morti.

Le manifestazioni di protesta dei genitori dei bambini della scuola di piazza Dante, interrogazioni, mozioni, la denuncia di interessi che vanno al di là della logica della razionalizzazione contano meno della Provincia. Meglio assecondare una forza politica esordiente, che a livello nazionale promette bene, piuttosto che rafforzare il Partito democratico pontino. Al candidato locale dem, per la competizione di marzo, il fardello di questo strappo. Poi vallo a spiegare agli elettori: la Regione ha agito come un buon padre di famiglia, non ha fatto un favore a Latina Bene Comune, fuori sacco ha infatti assecondato anche la richiesta dell’amministrazione comunale di Terracina (il piano provinciale aveva stralciato pure questa), a guida di Fratelli d’Italia, con il passaggio delle scuole Lama alla Montessori. Ecco, un motivo in più per votare Pd anche a Terracina?