Vincitore del Premio Fiuggi storia sezione Lazio meridionale 2018, il libro di Sergio Zerunian, “Dolcissimo amore dagli occhi grandi”, pubblicato da Atlantide editore, sarà presentato a Roccagorga venerdì 16 novembre alle ore 18:00 nell’Auditorium comunale “Manfredo Tretola” nell’ambito della rassegna “Città Lepine – memorie e territori raccontati attraverso un libro”, organizzata dall’associazione Progetto Lepini dall’amministrazione comunale di Roccagorga e dalla Compagnia dei Lepini. Ad affiancare l’autore saranno il sindaco Carla Amici, il presidente della Compagnia dei Lepini Quirino Briganti e l’editore Dario Petti.
Il libro narra l’avvincente vicenda di una famiglia armena in fuga dal genocidio perpetrato dai turchi, che nei primi del ‘900 si sottrae ad un tragico destino rifugiandosi nel paesino di Maenza sui Monti Lepini, dove metterà nuove radici. Si tratta di una vicenda vera, quella delle origini familiari dell’autore narrata in forma di romanzo. Autorevole l’introduzione al volume, ne è autrice infatti Antonia Arslan, archeologa, docente universitaria di letteratura italiana a Padova, ma soprattutto la maggiore scrittrice in Italia di vicende armene, da cui lei stessa discende. Finalista nel 2004 al premio Campiello con il libro “La masseria delle allodole” che ha ispirato l’omonimo film dei fratelli Taviani sul genocidio armeno. Scrive la Arslan sul volume di Zerunian:
“Questo libro mette a confronto i due mondi su un piano temporale parallelo, in capitoli che si alternano, e dà uguale dignità all’avventurosa fuga da Malatya della famigliola armena e all’altrettanto affascinante descrizione della povera – ma serena nella sua umile condizione – famiglia di contadini del paese di Maenza sui Monti Lepini. Sentendosi legato profondamente a entrambe le sue radici, quella armena e quella italiana, l’autore sente il bisogno di dare loro eguale importanza: ottiene così un effetto singolare – e interessante – di allargamento dei confini della narrazione, come se, per un effetto sottile di rifrazione, ogni capitolo descrivesse parte di un mondo che si specchia in un altro molto lontano. Il figlio della famiglia armena, allontanato dalla natia Malatya per salvargli la vita, si inserisce operosamente nella società italiana e il destino lo porta a Maenza; là accoglierà la sorella vedova in fuga, coi suoi bambini. Il figlio della famiglia di Maenza, irrequieto e desideroso di vedere il mondo, emigra in America, poi fa il soldato sul Carso, lavora nella bonifica delle Paludi Pontine, fa il volontario durante la conquista dell’Etiopia; ma infine ritornerà al paese. Là le due vicende si intrecciano con un matrimonio, dal quale discende l’autore Sergio Zerunian. Una tipica storia italiana, in cui lo straniero è accolto, e trattato su un piano di parità, come è stato sempre tipico di un popolo che sa di essere l’esito di molte successive mescolanze di genti. Ma la parità esige un leale confronto, un reale radicamento e il rispetto delle leggi da parte dello straniero: la speciale armonia emerge da ogni pagina di questo bel libro quietamente realistico”.
Sergio Zerunian, libero professionista nel campo della Biologia ambientale, già ufficiale del Corpo Forestale dello Stato è attualmente docente a contratto di Ecologia presso “La Sapienza” Università di Roma – sede di Latina. Ha svolto attività di ricerca in vari campi della Zoologia e dell’Ecologia animale, pubblicando decine di articoli scientifici e alcuni saggi. È stato inoltre curatore del volume di memorie di sua madre Angelica Belli, “Ricordi di quand’ero bambina. La vita a Maenza negli anni Trenta del Novecento” sempre per Atlantide editore.