ECONOMIA & SOCIETA’
RUBRICA SETTIMANALE
A CURA di Ivan Simeone
Direttore CLAAI Assimprese Lazio Sud
direzione@claai-assimprese.it
Si preannuncia un periodo non molto semplice per molte famiglie e singoli consumatori, specialmente per coloro che sono monoreddito e pensionati.
Le ultime statistiche non sono confortanti. Secondo l’ISTAT “l’inflazione acquisita, o trascinamento, per il 2023 (ossia la crescita media che si avrebbe nell’anno se i prezzi rimanessero stabili per tutto il 2023) è pari a +5,1%, più ampia di quella osservata per il 2022, quando fu +1,8%. Nel mese di dicembre 2022, si stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic), al lordo dei tabacchi, aumenti dello 0,3% su base mensile e dell’11,6% su base annua (da +11,8% del mese precedente), confermando la stima preliminare. Nello stesso mese i Beni alimentari, per la cura della casa e della persona, il cosiddetto carrello della spesa, rallentano su base tendenziale da +12,7% di novembre a +12,6%, come anche quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +8,8% di novembre a +8,5%), conferma l’Istat, diffondendo i dati definitivi sui prezzi al consumo di dicembre scorso”.
Secondo le statistiche elaborate da Coldiretti, “complessivamente la famiglie italiane hanno speso nel 2022 ben 13 miliardi in più per prodotti alimentari e bevande analcoliche a causa di un aumento medio dell’inflazione del 9,1%, con la classifica degli aumenti che è guidata da pane, pasta e cereali davanti a verdure e carni. Al quarto posto ci sono latte formaggi e uova…” ma tutto questo è ben evidenziato da chi, quotidianamente, si reca a fare la spesa. Aumenti significativi della pasta come del latte o confezioni più piccole o “più leggere”, mantenendo lo stesso prezzo “marcato” di prima.
La situazione non è semplice per chi è monoreddito o per i pensionati, magari con responsabilità familiari come mutui o figli da crescere.
Secondo i dati elaborati dalla CGIA di Mestre, aumentano le spese “obbligate” delle famiglie italiane. A causa dell’inflazione spendiamo di più portando a casa molto meno. Sempre secondo la CGIA di Mestre, le spese in bollette, cibo e benzina, sono il 60% del totale degli acquisti. La cosa più triste è che il mondo politico e le Istituzioni, al di là delle tante parole e promesse, non propongono nulla di concreto se non interventi paliativi o comunque minimali.
Ma cosa fare? Come intervenire?
Significativo ancora oggi l’intervento del nostro vescovo, SE Mons. Crociata, sul quotidiano “Latina Oggi” dello scorso 9 novembre 2022, quando evidenziava che “alle persone bisogna dare strumenti per reagire e alzare la testa”, il lavoro in primis diciamo noi, e la possibilità di fare impresa senza troppi vincoli, lacci e lacciuoli che paralizzano di fatto la produzione.
Gli interventi solidali sono certamente essenziali per l’immediato, come le azioni delle numerose realtà associative del territorio, vedi la Caritas diocesana o la neo costituita Associazioni “Cura Famiglie” di Latina. Ma poi? Quale politica di sviluppo reale? Quale programmazione da parte degli Enti e Istituzioni locali?