Elezioni a Terracina, torna Nardi armato di un dossier. “Ve la do io Gomorra, sarò di nuovo sindaco”

Locandina di Stefano Nardi che annuncia l'evento pubblico, organizzato per metà aprile, di presentazione della sua candidatura
Stefano Nardi
Stefano Nardi

Esplosivo, dirompente. Di più. Una bomba atomica, come il dossier che stringe tra le mani. Ecco Stefano Nardi che entra ufficialmente in campagna elettorale per la carica di sindaco di Terracina. Due volte primo cittadino del centrodestra, l’anatomopatologo è pronto a spazzare via i concorrenti. Un solo slogan “Te la do io Gomorra”. E spara a destra e a manca sebbene nei 10 anni del suo governo gli siano piovute addosso critiche di ogni sorta. Considerato il male dei mali durante il primo mandato, come un “demone guastafeste” è riuscito a bissare grazie al sostegno indiscusso degli elettori terracinesi, concludendo anche la seconda consiliatura tempestata da mille difficoltà, non ultimo il sequestro della Terracina Ambiente. “Non fu una mia responsabilità, piuttosto chiedetevi chi l’ha fatta fallire e perché”, replica in primissima battuta.

Non teme il confronto Nardi. Con lui due civiche, fatte di giovani che hanno già un lavoro, ci tiene a precisare: “Albaserena”  e “Territorio Unito α”, alfa come l’uomo α, dominante. “Due liste – dice – sono anche troppe. Nel 2001 sono stato eletto con una lista e mezza quando dall’altra parte c’era un partito che per le politiche aveva ottenuto il 53%.  Alle elezioni amministrative, elezioni dirette del sindaco, vince il sindaco. E oggi ancor di più, perché i partiti sono finiti, sono morti. Oggi ci sono candidati sindaci di comitive allo sbando”.

Dottore, lei è sicuro di vincere ma ci sarà pure un candidato che teme di più…

“Sì, Salvatore Cerbo: il mio consigliere (fu eletto nel 2001 nella lista di Alleanza nazionale, ndr), con il talento naturale di scovare le buche”.

Lei risponde con ironia, è ironico anche il suo slogan “te la do io Gomorra”?

 “Niente affatto. E’ importante che i cittadini sappiano come è stata amministrata la città dal 2011 al 2015. Parto dal caso Quarto, un caso nazionale dove un sindaco è finito davanti alla commissione parlamentare Antimafia per nulla. Allora parliamo della denuncia fatta alla Servizi Industriali per estorsione e turbativa d’asta ai tempi dell’approvazione del Pef. Chi accusa chi? Oggi il Comune è accusato di aver obbligato il gestore del servizio rifiuti a conferire alla Rida ad un costo superiore di 20 euro a quintale quando il capitolato d’appalto recitava che gli oneri e la scelta della discarica erano a carico dell’appaltatore. Nicola Procaccini in Consiglio dichiarò di essere ‘legato’ al Centro Studi Politici, società che prestava consulenza alla Rida. Si può fare (domanda provocatoria, ndr)? Allora lo voglio fare anche io (risposta altrettanto provocatoria, ndr). La verità è che il Comune si dovrà ora costituire contro la rivendicazione di danni per 10 milioni di euro. Ecco chi ha amministrato la città dal 2011 al 2015”.

Quali altri danni attribuisce a Procaccini?

“Tanti. Il più grave è il dissesto. Si è dichiarato il default sulla base di una relazione senza numeri, ancora oggi i numeri del debito non sono chiari. Diciamo 60 milioni di euro? La stima dei beni immobiliari del Comune è di 400 milioni di euro. Edifici, palazzi, e venti terreni, la metà edificabili come quelli attorno a palazzo Adrover. Attorno a piazzale Stella Polare ci sono cubature. Ma stiamo scherzando? Con un patrimonio simile un Comune, che è ammortizzatore sociale, non può dichiarare il dissesto. E’ troppo facile. Lo avrei potuto fare anche io dopo Recchia ma non l’ho fatto. Per il bene della città. E nessuno è venuto a bussare alla mia porta perché voleva i soldi. La responsabilità politica del dissesto è attribuibile a pari merito a Procaccini e Corradini, quest’ultimo che aveva fatto il pieno dei voti e che aveva tre assessorati pesanti e che da vice sindaco si è fatto sfiduciare prima dell’altro. Ma voi mi dite dove si è visto mai che un sindaco e un vice sindaco sfiduciati si ripresentano come candidati sindaci? Questo non è normale. E come se a Roma il Pd avesse riproposto Marino”.

Nardi, però in provincia il caso Sabaudia docet…

“E’ l’unica eccezione. Il caso Sabaudia è un caso a sé molto particolare”  

Bene, torniamo a Terracina. Lei cosa vuole fare?

“Io non voglio fare un caz…, scrivetelo per favore. Se le proposte sono quelle di fare arrivare le navi da crociera in un porto dove non passano neanche le paranze, se il progetto è quello di piste ciclabili dappertutto sognando di stare a Göteborg, o di risolvere i problemi realizzando un teatro, che io odio, allora è meglio che non faccio niente. Ecco difronte a queste follie è meglio che non  faccio un caz. Ci sarà tempo per illustrare il programma di governo, ma prima voglio informare i cittadini su quanto accaduto in città da quando ho terminato il mio mandato elettorale. Perché l’Anac (Autorità nazionale anti corruzione) diffida il Comune sugli appalti pubblici?  La somma urgenza è un fatto eccezionale, a Terracina è diventata una realtà. Ora temono le regole del commissario Ocello che appena si è insediato ha spostato l’ingegnere capo e ridimensionato l’avvocatura. Ci sarà pure un perché. A metà aprile organizzerò un evento pubblico durante il quale, documenti alla mano, spiegherò ai cittadini come sono stati amministrati in questi anni”.

I documenti nel faldone che ha nelle sue mani?

“Esattamente.  E’ un vero e proprio dossier. Potete chiamarlo dossier Nardi. Fidatevi, ve la do io Gomorra. Parliamo di Monte Giove. Io ne faccio un parco pubblico dove lavorano le scuole di Terracina e lui lo dà a un signore, la cui società è implicata nello scandalo delle tangenti Mose. Fonte Report, Rai Tre. Oliveti sotto il Tempio. Rifiutata la modica cifra offerta all’epoca di Recchia, vengono acquistati dalla Regione Lazio per 800mila euro. Spiagge pubbliche. Abbiamo organizzato spiagge pubbliche per favorire le famiglie in difficoltà, per dare la possibilità di andare al mare ai portatori di handicap a prezzi contenuti. Oggi sono diventate spiagge di lusso, date in gestione ai privati in modo che io ritengo illegittimo. Per non parlare dell’assegnazione agli ‘amici’ dell’area del Molo o di Palazzo Braschi – mossa fortunatamente sventata – ad una società marocchina inesistente. Lascio il Terracina Calcio alla finale di Coppa Italia e lo ritrovo con una società fallita e tutte le strutture sportive chiuse, il tutto condito da una patetica Shoah ogni 6 del mese. Finiamola per favore, andate a lavorare. Terracina deve tornare ad essere una città normale. Adesso e non nel 2026. Ecco, questo è solo l’antipasto”.

Bene, ricapitolando. Si rimette in gioco con due liste civiche. C’è dell’altro?

“I consiglieri eletti dovranno rimanere consiglieri. Gli assessori saranno tutti esterni. Con me giovani occupati e tre/quattro validi elementi delle mie vecchie squadre che non hanno preso parte all’amministrazione sfiduciata”.

Quindi porte chiuse a Francesco Zicchieri? Sta con Procaccini, ma in città si è diffusa la voce di un imminente quanto repentino cambio di gioco…

“In tanti sono venuti a bussare alla porta, e tanti altri probabilmente ne verranno. Qualcuno, uno a caso… Cerbo, mi ha anche chiesto se volevo candidarmi nella sua lista”.

Lei è proprio sicuro di vincere?

“Sì, perché conosco bene il ruolo politico del sindaco e quali sono le competenze dei funzionari che lascerò lavorare. Io ho il mio lavoro e non ho nessuna intenzione di andare oltre il ruolo politico che la legge Bassanini ha assegnato ai sindaci. Procaccini ha fatto il sindaco a tempo pieno e si vede i danni che ha fatto. Sì, perché i partiti sono delle comitive allo sbando. Sì, perché parliamo di elezione diretta del sindaco e vi assicuro che non ci sono altri in corsa all’altezza”.

Presunzione,  coraggio, voglia di riscatto? Nardi ha caricato il mortaio, anzi ha armato le testate nucleari. L’allarme è appena scattato. Si salvi chi può. Perché il dossier scotta e molti documenti potrebbero passare sotto i riflettori della Procura della Repubblica già accesi in alcuni ambiti dell’amministrazione comunale.