Europee, Adinolfi in bilico e il retroscena di un possibile sgambetto

Il Carroccio in provincia di Latina gelato dai “resti” e leghisti pontini con l’umore a terra. Al palo Matteo Adinolfi. Ma nel partito è caccia al “franco tiratore” che, nella competizione di domenica scorsa per le europee, avrebbe favorito due candidate forestiere in luogo del coordinatore provinciale pontino, rischiando di sprecare un’occasione unica e irripetibile. La questione è complessa. Vediamo.

La competizione per le europee, che ha visto tra i protagonisti il pontino Adinolfi, ha sancito che il Carroccio è primo in ogni dove, anche nella città di Latina con il 41,88%. Un dato che inorgoglisce tutti i leghisti, compreso lo “sfortunato” Adinolfi.

Adinolfi ha fatto il pieno di preferenze, ma fin quando non si pronuncerà la Corte d’appello non è ancora detto che la Lega otterrà il sesto seggio nella circoscrizione Italia Centro. Almeno questa la versione fornita a Roma dal partito. La partita se la giocano tre circoscrizioni, con una differenza di voti che quasi si contano sulle dita di una mano: due sono quelle a qui verrà attribuito un seggio aggiuntivo e se tra queste ci sarà Italia Centro allora Adinolfi sarà salvo e potrà partire per Bruxelles, essendo sesto della lista della Lega, al netto della rinuncia obbligata del leader Matteo Salvini, in quanto la carica di Parlamentare europeo è incompatibile con quella di ministro della Repubblica Italiana da lui attualmente ricoperta.

Nel caso il cui Adinolfi non dovesse entrare al Parlamento Europeo con i resti dovrebbe attendere la ripartizione esecutiva dei seggi liberati dalla Gran Bretagna per via della Brexit, con tutte le incognite del caso visto che l’uscita degli inglesi dall’Unione europea si sta presentando più tortuosa di quanto si potesse mai immaginare. Se invece Adinolfi fosse ripescato con i resti, entrerebbe – Brexit volendo – la candidata Veronica Maria Rossi, nella lista sotto la posizione di Adinolfi che la precede con oltre 10mila voti di differenza.

Cosa c’entrano i franchi tiratori in tutta questa storia che banalmente potrebbe ridursi in una semplice “colpa” della democrazia? Ad Adinolfi, si potrà sempre dire, sono mancati poco più di 2.000 voti – ha totalizzato 32.578 preferenze – per mettersi al riparo ed entrare a pieno titolo nel quinto seggio assegnato alla Lega nella circoscrizione Italia Centro. Ma a volte i numeri non vanno dati… ma letti.

Adinolfi in provincia di Latina (mezzo milione di abitanti) ha preso 22.670 preferenze, Salvini ne ha totalizzate 32.510; sotto di loro la senatrice Silvia Bonfrisco con 7.390 voti e Luisa Regimenti con 6.107. Evidente che entrambe le candidate donne hanno beneficato della parità di genere di chi ha tirato il voto leghista in provincia di Latina. Ma chi è che si è prodigato per presentare agli elettori pontini le due donne, sconosciute in provincia?

In provincia di Roma (quattro milioni di abitanti solo la capitale) Adinolfi ha totalizzato 6.190 preferenze; Regimenti 25.218 e 18.472 Bonfrisco. Evidente che la cortesia pontina non è stata proporzionalmente ripagata nell’hinterland romano. Adinolfi da solo ha spinto per due, in due non hanno spinto adeguatamente per Adinolfi. Chi ha gestito questa operazione a livello di partito?

Intanto, ieri Salvini ha convocato 29 neo eurodeputati, Adinolfi compreso. A testimonianza dell’incontro al Viminale la foto pubblicata sul profilo Facebook del vice premier.