Latina Pharma, ex Corden Pharma, torna nell’occhio del ciclone. Dopo anni di incertezze e sacrifici da parte dei lavoratori, è stato possibile uscire dal concordato preventivo anche grazie alla determinazione delle rappresentanze sindacali e all’impegno della RSU. A oltre un anno dal passaggio di proprietà al gruppo indiano Extrovis/Kavis Pharma Holding, però, le promesse di rilancio industriale appaiono disattese.
Secondo i sindacati Filctem CGIL, Femca CISL e Uiltec UIL, ad oggi non è stata avviata alcuna nuova linea produttiva, non esiste un piano industriale definito, e circa 40–50 posti di lavoro restano ancora sospesi in una condizione di incertezza:
“Abbiamo sostenuto l’uscita dal concordato con il contributo attivo delle lavoratrici e dei lavoratori, che hanno dato tutto per salvare lo stabilimento – affermano i segretari provinciale di Filctem CGIL, Femca Cisl e Uiltec Uil, rispettivamente Antonio Parente Elisa Bandini e Luigi Cavallo – ora è tempo che la proprietà faccia la sua parte: vogliamo trasparenza, tempi certi e rispetto degli impegni”.
“È inaccettabile che si continui a rinviare ogni decisione mentre i lavoratori restano ostaggio dell’incertezza. Le promesse vanno rispettate. Servono risposte, non slogan. Non possiamo più accettare un atteggiamento attendista: Extrovis presenti subito un cronoprogramma dettagliato. Chiediamo che la Regione e il Governo vigilino davvero, non solo a parole”.
“Per questo, ribadiamo con determinazione le nostre richieste:
- Presentazione immediata di un piano industriale serio, vincolante e verificabile, con date, investimenti e volumi di produzione.
- Attivazione urgente con il coinvolgimento diretto del Ministero delle Imprese e del Lavoro di un tavolo permanente di confronto presso il Ministero.
- Garanzia piena della continuità occupazionale, fino all’effettiva partenza delle nuove produzioni.
- Avvio immediato delle linee produttive oncologiche e antibiotiche, come previsto dagli accordi. Filctem CGIL, Femca CISL e Uiltec UIL di Latina continueranno a sostenere le lavoratrici e i lavoratori, insieme alla RSU, con senso di responsabilità e fermezza. Ma pretendiamo, da oggi, che anche azienda, istituzioni e politica facciano finalmente la propria parte”.









