Ex giunta assolta per la caserma di Latina Scalo, altre spese per il Comune

La stazione dei carabinieri di via dei Glicini a Latina Scalo

Spese non dovute per 54.800 euro in favore del mantenimento della caserma dei carabinieri in via dei Glicini a Latina Scalo: la Corte dei Conti assolve la giunta dell’ex sindaco Giovanni Di Giorgi ma il Comune di Latina deve spendere altri 6.566,04 euro per pagare gli avvocati.

La sentenza numero 495 è del 2018; la determina per la liquidazione delle spese legali è stata pubblicata oggi all’albo pretorio dell’ente di piazza del Popolo.

La Procura regionale della Corte dei Conti, presso la Sezione giurisdizionale per la regione Lazio, aveva convenuto in giudizio, nella loro qualità di componenti della Giunta comunale, l’ex primo cittadino Di Giorgi e gli ex assessori Fabrizio Cirilli, Rosario Cecere, Gianluca Di Cocco, Patrizia Fanti, Marco Picca, Marilena Sovrani, Orazio Campo e Giuseppe Di Rubbo, chiedendo la condanna, pro quota, al pagamento in favore del Comune di Latina, della somma complessiva di euro 54.800 euro oltre a rivalutazione monetaria e interessi legali, in relazione al presunto danno erariale determinato dall’adozione di due delibere di giunta con le quali si faceva carico all’Ente locale di costi ritenuti non dovuti. Quali? Quelli per l’affitto e l’adeguamento della caserma dei carabinieri a Latina Scalo.

La storia è quella di un contratto di locazione scaduto tra un privato e il Ministero dell’Interno. Nell’immobile di via dei Glicini c’è la caserma; nel 2011 non c’è più accordo accordo tra il proprietario dello stabile che vuole per l’affitto 24mila euro all’anno e il ministero che è disposto a pagarne al massimo 20.100 euro. E allora la giunta si mette in mezzo cercando di facilitare il mantenimento del presidio della stazione dell’Arma allo Scalo e con la delibera 318 del 14 giugno 2012 stabilisce che il Comune paghi la differenza dei due prezzi, pari a 3.900 euro, a partire dal 16 febbraio del 2011, e la spesa necessaria per eliminare le barriere architettoniche esistenti all’interno dell’immobile che la proprietà aveva deciso di mantenere. Inoltre, con deliberazione di giunta 527 del 19 ottobre 2012 l’ex esecutivo di Di Giorgi assumerà a carico del Comune l’ulteriore somma di 3.015 euro annui, pari alla diminuzione dell’importo del canone dovuto dal Ministero dell’interno (15%), prevista dalla legge 135 del 2012. A conti fatti il Procuratore regionale aveva contestato complessivamente 54.800 euro più rivalutazione e interessi.

Come è andata a finire lo abbiamo già detto: la Corte dei Conti ha assolto tutti, non avendo l’organo requirente adeguatamente provato l’elemento soggettivo della colpa grave, che “va intesa come trascuratezza dei propri doveri istituzionali da parte del dipendente pubblico sostanziantesi in condotte negligenti, imperite, imprudenti, superficiali o noncuranti, in relazione all’applicazione di discipline normative…”. E assolvendo tutti nessuno ha restituito al Comune i 54.800 euro spesi in favore dell’Arma, a cui andranno aggiunte anche le spese legali come stabilito nella sentenza in favore dei legali difensori dell’ex sindaco e degli ex assessori.