Formia, riqualificazione da Procura per l’ex colonia Di Donato: sequestrati beni per 230mila euro

Nell’alveo delle investigazioni in materia di reati contro la pubblica amministrazione in danno ai bilanci della Regione e degli Enti locali, in data odierna, militari del Comando Provinciale di Latina, hanno dato esecuzione ad un provvedimento di sequestro preventivo d’urgenza ex art 321 c.p.p., per violazioni agli artt. 356 (frode nelle pubbliche forniture), 479 (falsità ideologica) e 640 (truffa aggravata ai danni di un ente pubblico) c.p., emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cassino a firma del Procuratore Capo dott. Luciano D’Emmanuele e del Sostituto Procuratore dott. Alfredo Mattei, avente ad oggetto conti correnti e disponibilità finanziarie, per un valore complessivo di oltre 230.000 euro, nei confronti degli indagati coinvolti, a vario titolo, nei lavori di riqualificazione dell’immobile denominato “ex colonia Di Donato” sito in Formia.

Il provvedimento di natura ablativa trae origine dagli accertamenti eseguiti dai militari della Guardia di Finanza di Formia che hanno consentito di accertare una serie di irregolarità e difformità nell’esecuzione dei lavori di riqualificazione dell’immobile; lavori finanziati con fondi pubblici erogati dalla Regione Lazio per un importo complessivo di un milione di euro che, di fatto, non sono mai stati definitivamente completati.

Nel corso delle indagini è emerso, infatti, che il vasto complesso architettonico di oltre 15.000 mq., risalente al 1300, nell’anno 2011 era stato oggetto di un contratto di comodato d’uso della durata di 25 anni, stipulato tra il comune di Formia, proprietario dell’immobile, e l’I.P.A.B. SS. Annunziata di Gaeta, Ente regionale, che, grazie ad una serie di finanziamenti a “destinazione vincolata” concessi dalla Regione Lazio, avrebbe dovuto curare la riqualificazione completa della struttura al fine di realizzare un centro regionale polivalente al servizio degli emigrati laziali.

Gli accertamenti condotti dalle Fiamme Gialle di Formia e la successiva perizia tecnica disposta dall’Ufficio del Pubblico Ministero hanno consentito di acclarare, non solo la difformità dei lavori rispetto alla progettazione, ma anche gravi violazioni alle norme sugli appalti pubblici che hanno procurato un indebito arricchimento all’azienda appaltatrice a danno delle finanze pubbliche per oltre 230.000 euro.

Il provvedimento di sequestro emesso dalla Procura della Repubblica di Cassino è stato eseguito presso istituti bancari di Formia, Fondi, Gaeta, Latina, Napoli, Roma, Salerno e Rieti; ai pubblici funzionari e ai rappresentati della società esecutrice dei lavori per i reati loro ascritti è stato, inoltre, notificato l’avviso di conclusione indagini.