L’autopsia condotta sulla salma di Patricia Masithela, 27 anni, sbranata a morte dai cani nella casa dell’ex fidanzato in strada Piccarello, ha confermato che almeno uno degli animali ha infierito sul corpo, causando una morte atroce. L’esame, eseguito dal medico legale Alessandro Tavone, è servito anche per prelievi utili a eventuali analisi tossicologiche, come richiesto dal legale del proprietario dei cani, Luca Desideri, indagato per omicidio colposo. La salma è stata restituita ai familiari per le esequie, che si terranno martedì 22 gennaio presso la chiesa Vergine del Santissimo Rosario di Borgo Faiti.
Come riportato dal quotidiano Latina Oggi, i cani della villetta di strada Piccarello, dove Patricia è stata sbranata, si trovavano in condizioni di degrado e denutrizione che, unite alla nascita di alcuni cuccioli, avevano reso la situazione ancora più pericolosa. I due animali più aggressivi, una coppia adulta incrocio tra Corso e Pitbull, sono quelli che hanno infierito sulla vittima e successivamente attaccato anche i poliziotti intervenuti. La pattuglia, ignara della presenza dei cani, è stata aggredita al loro arrivo. Uno degli agenti, per proteggersi, ha sparato uccidendo l’animale più feroce e ferendone un altro, mentre i tre restanti sono stati recuperati dai veterinari il giorno dopo.
Patricia, in condizioni disperate, è stata trovata viva ma incapace di sopravvivere alle ferite riportate. Poco prima di morire in ospedale, è riuscita a pronunciare le sue ultime parole: «Ma devo morì così?».
Gli investigatori stanno esaminando i movimenti della vittima quella notte e le circostanze della sua presenza nella villetta. Patricia, che aveva avuto una relazione con il proprietario, forse credeva di essere riconosciuta dagli animali. La dinamica precisa dell’aggressione, che ha lasciato segni devastanti sul corpo, è ancora al vaglio, mentre emerge un altro episodio simile accaduto a un’amica della vittima pochi giorni prima.