Goletta Verde boccia il mare laziale: cariche batteriche elevate in oltre metà dei campionamenti

Oltre la metà dei punti campionati lungo le coste del Lazio dai tecnici di Goletta Verde presenta cariche batteriche elevate: ben sedici punti, rispetto ai ventitré complessivi, ricevono un giudizio di inquinato o fortemente inquinato, con la provincia di Roma a far da padrona del mare inquinato con undici punti su undici. Insomma, il mare nostrum non supera l’esame.

Le cause

Scarichi abusivi o non controllati che continuano a finire direttamente sulle spiagge e il noto deficit depurativo restano, secondo Legambiente, i principali fattori che continuano a mettere a dura prova il mare del Lazio.

La richiesta

Per questa ragione Legambiente chiede che Regione e amministrazioni comunali, di costa e dell’entroterra, siano finalmente attive nella risoluzione dei deficit depurativi ancora presenti, per non compromettere una delle principali risorse di questo territorio, e iniziare a rilanciare l’economia turistica e del mare in chiave sostenibile.

La conferenza

Il monitoraggio di Legambiente sullo stato di salute delle acque, realizzata anche grazie al contributo del Coou, Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati e il sostegno dei partner tecnici Nau e Novamont, ha chiuso la tappa laziale oggi a Terracina. L’istantanea regionale sulle acque costiere dell’equipe tecnica dell’imbarcazione ambientalista è stata presentata questa mattina in una conferenza stampa al Palazzo della Bonificazione Pontina di Terracina da Roberto Scacchi, presidente Legambiente Lazio; Serena Carpentieri, responsabile Goletta Verde; Anna Giannetti, presidente Circolo Legambiente Terracina “Pisco Montano” e Silvia Canzano, responsabile Campagne Circolo Legambiente di Terracina, alla presenza di Antonio Pisterzi, responsabile rapporti pubblica amministrazione Acqualatina; del comandante della Capitaneria di Porto di Terracina Marco Sansò; Roberta Corona, dirigente Arpa Lazio; Roberta Pintari, consigliere comunale Terracina; Danilo Mastracco, fiduciario condotta Slow food Terracina; Gino Di Lello, rappresentante consorzio balneari.

La metodologia

Il monitoraggio di Goletta Verde prende in considerazione il campionamento dei punti critici che vengono principalmente scelti in base a un “maggior rischio” presunto di inquinamento. Per questo vengono prese in esame le foci dei fiumi, torrenti, gli scarichi e i piccoli canali che spesso troviamo sulle nostre spiagge: queste situazioni sono i veicoli principali di contaminazione batterica dovuta all’insufficiente depurazione dei reflui urbani che attraverso i corsi d’acqua arrivano in mare. I prelievi e le analisi di Goletta Verde vengono eseguiti dai tecnici di Legambiente che anticipano il viaggio dell’imbarcazione a bordo di un laboratorio mobile attrezzato. I campioni per le analisi microbiologiche sono prelevati in barattoli sterili e conservati in frigorifero, fino al momento dell’analisi, che avviene nel laboratorio mobile lo stesso giorno di campionamento o comunque entro le 24 ore dal prelievo. I parametri indagati sono microbiologici (enterococchi intestinali, escherichia coli) e chimico-fisici (temperatura dell’acqua, pH, conducibilità / salinità). Le analisi chimico-fisici vengono effettuate direttamente in situ con l’ausilio di strumentazione da campo. Il numero dei campionamenti effettuati viene definito in proporzione ai chilometri di costa di ogni regione.

A disposizione dei sindaci

“Come da troppo tempo, torna ad emergere la mancata depurazione, soprattutto a Roma e provincia, quale elemento evidente capace di danneggiare la qualità del mare nella nostra regione – dichiara Roberto Scacchi, presidente di Legambiente Lazio -. Se è vero che il monitoraggio puntuale di Goletta Verde non vuole sostituirsi ai controlli ufficiali, né pretende di assegnare patenti di balneabilità, restituisce un’istantanea che deve mettere in moto le amministrazioni locali nel rintracciare le cause dell’inquinamento per combatterle, anche al fine di migliorare la qualità delle acque già in questa stagione. Siamo all’inizio dell’estate e con le settimane aumenterà il carico antropico sulle coste e con esso il peso dei reflui da depurare. Noi saremo a disposizione di quei sindaci che, senza nascondere o negare il problema, vorranno agire difendendo la salute e lo sviluppo della blu economy in chiave sostenibile per il rilancio del mare del Lazio. Alla Regione chiediamo di assumere il compito determinate nel approntare velocemente il nuovo piano di tutela delle acque per organizzare al meglio la depurazione”.

L’informazione ai bagnanti

“Così come in altre regioni, anche nel Lazio la cartellonistica in spiaggia è ancora troppo scarsa, nonostante da due anni sia scattato l’obbligo per i Comuni di apporre pannelli informativi – dichiara Serena Carpentieri, responsabile di Goletta Verde -. Nel caso del Lazio sedici dei punti monitorati non sono campionati dalle autorità competenti e solo in sei casi abbiamo trovato cartelli di divieto di balneazione. Chiediamo quindi alle amministrazioni comunali di seguire le disposizioni di legge, che prevedono uno specifico format europeo, dove siano riportate tutte le informazioni circa qualità delle acque che prende in considerazione la media dei prelievi degli ultimi quattro anni, i dati degli ultimi prelievi e le possibili criticità della spiaggia stessa. I cittadini non possono essere lasciati soli, privi di indicazioni e di strumenti utili per sapere dove poter fare il bagno o no”.

Goletta Verde a Terracina

“Anche a Terracina i tecnici della Goletta Verde hanno scovato un punto inquinato (quello alla foce del canale Sisto) che merita immediati approfondimenti da parte delle autorità preposte per fermare il carico inquinante che arriva a mare – dice Anna Giannetti, presidente del Circolo Legambiente Terracina “Pisco Montano” -. Ci fanno ben sperare per il futuro, invece, i due campionamenti effettuati nello specchio acqueo sotto al Monumento naturale Tempio di Giove Anxur, presso la Torre Gregoriana (scarico ex-depuratore) e e presso la Scogliera di Levante (sorgente Acqua Magnesia), risultati “entro i limiti” di legge. Diventa oggi ancor più importante lavorare nell’ottica di un ripristino di quel tratto di costa di straordinaria bellezza ancora deturpato dall’ecomostro dell’ex depuratore. Restituire alla totale fruizione dei cittadini questo preziosissimo tratto di costa di Levante, tutta adagiata sulla variante a mare dell’antica via Appia e alle pendici di un Monumento Naturale, è un dovere per questa città. Il circolo si rende fin da subito disponibile a discutere con l’amministrazione comunale, gli enti locali e la Capitaneria di porto per pianificare insieme le attività di tutela e bonifica necessarie”.

 

I RISULTATI DELLE ANALISI DI GOLETTA VERDE DEL MARE NEL LAZIO*

*prelievi effettuati tra il 16 e il 17 giugno 2016

mare 1

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

mare 2

 

 

 

 

 

 

 

 

LEGENDA

Facendo riferimento ai valori limite previsti dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010) i giudizi si esprimono sulla base dello schema seguente:

INQUINATO = Enterococchi intestinali maggiori di 200 UFC/100 ml e/o Escherichia Coli maggiori di 500 UFC/100ml

FORTEMENTE INQUINATO = Enterococchi intestinali maggiori di 400 UFC/100 ml e/o Escherichia Coli maggiori di 1000 UFC/100 ml

 Su www.legambiente.it/golettaverde sezione Analisi è possibile visualizzare la mappa interattiva del monitoraggio, con i punti di campionamento e i risultati delle analisi.

Il dettaglio delle analisi di Goletta Verde

I prelievi e le analisi di Goletta Verde sono stati eseguiti dal laboratorio mobile di Legambiente tra il 16 e il 17 giugno scorso. I parametri indagati sono microbiologici (enterococchi intestinali, Escherichia coli) e abbiamo considerato come “inquinati” i risultati che superano i valori limite previsti dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010) e “fortemente inquinati” quelli che superano di più del doppio tali valori. I punti scelti sono stati individuati dalle segnalazioni non solo dei circoli di Legambiente ma degli stessi cittadini attraverso il servizio Sos Goletta.

In provincia di Latina soltanto un terzo dei campionamenti ha evidenziato cariche batteriche elevate: a Formia (alla spiaggia foce rio Santacroce) con un giudizio di “fortemente inquinato”; a Terracina (foce del canale Sisto) e a Gaeta (foce del torrente Lorgato) con un giudizio di “inquinato”. Nella norma, invece, gli altri due prelievi effettuati a Terracina (sotto il monumento naturale Tempio Giove Anxur- scarico ex depuratore e scogliera di Levante- sorgente Acqua Magnesia); a Latina (alla foce dell’Astura); a Sabaudia (foce del canale Torre Paola); a Fondi (foce canale Sant’Anastasia) e a Minturno (foce rio Recillo).

Tre i campionamenti in provincia di Viterbo. “Fortemente inquinato” il giudizio per quello a Tarquinia (alla foce del fiume Marta). Dei due effettuati a Montalto di Castro, uno ha dato un giudizio di “inquinato” (quello alla foce del fiume Fiora); e uno è risultato “entro i limiti” (alla spiaggia di fronte il fosso Chiarone).

Una fotografia a tinte fosche, quella dei campionamenti effettuati sul litorale della provincia di Roma, senz’altro peggiore dell’estate 2015, con undici campionamenti su undici con un risultato di “fortemente inquinato”. Tre i punti che rientravano nei limiti nel 2015 sono risultati con cariche batteriche elevate: a Cerveteri presso la foce del fosso Zambra e a Ladispoli presso la foce del Rio Vaccina e quella del fiume Statua. Non sono da meglio gli altri campionamenti che risultano ancora fortemente inquinati come lo scorso anno: a Fiumicino (alla foce del fiume Arrone a Fregene); a Roma – Ostia (alla foce del fiume Tevere e alla foce del canale al cancello n.1); a Pomezia – Torvajanica (alla foce del canale Crocetta, alla foce del canale Orfeo e alla foce del Rio Torto); a Ardea (alla foce del fosso Grande); a Nettuno (foce del canale Loricina).
Il Coou
Anche quest’anno il Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati è main partner della campagna estiva di Legambiente. Attivo da 32 anni, il Coou garantisce la raccolta degli oli lubrificanti usati su tutto il territorio nazionale e nel 2015 ha raccolto nel Lazio 10.062 tonnellate di questo rifiuto pericoloso, evitandone così la possibile dispersione nell’ambiente. L’olio usato – che si recupera alla fine del ciclo di vita dei lubrificanti nei macchinari industriali, ma anche nelle automobili, nelle barche e nei mezzi agricoli – è un rifiuto pericoloso per la salute e per l’ambiente che deve essere smaltito correttamente: 4 chili di olio usato, il cambio di un’auto, se versati in acqua inquinano una superficie grande come sei piscine olimpiche. Ma l’olio usato è anche un’importante risorsa perché può essere rigenerato tornando a nuova vita in un’ottica di economia circolare: il 90% dell’olio raccolto viene classificato come idoneo alla rigenerazione per la produzione di nuove basi lubrificanti, un dato che fa dell’Italia il Paese leader in Europa. “La difesa dell’ambiente, in particolare del mare e dei laghi – spiega il presidente del Coou, Paolo Tomasi – rappresenta uno dei capisaldi della nostra azione. L’operato del Consorzio con la sua filiera non evita solo una potenziale dispersione nell’ambiente di un rifiuto pericoloso, ma lo trasforma in una preziosa risorsa per l’economia del Paese”.