L’Abc di Latina e le sue criticità, l’amministrazione comunale tenta di sciogliere i nodi. Ecco i pareri di Lucarelli e Maresca

L’amministrazione comunale di Latina ha risposto oggi, in sede di conferenza stampa, alle criticità emerse sull’azienda speciale Abc istituita con delibera di Consiglio comunale l’8 agosto scorso e operativa dal primo gennaio 2018 per la gestione del servizio di igiene urbana del capoluogo pontino. Il sindaco Damiano Coletta, il segretario generale del Comune Rosa Iovinella, gli assessori al Bilancio e all’Ambiente, rispettivamente Giulio Capirci e Roberto Lessio, e il presidente del consiglio di amministrazione della neonata azienda comunale Demetrio De Stefano hanno relazionato su diversi aspetti sia di natura politica, difendendo la scelta di affidare il servizio rifiuti al soggetto pubblico, sia di natura tecnica riguardo in particolar modo alle richieste di informazioni da parte dell’Anac e dai rilievi mossi dal collegio dei revisori dei conti su una recente proposta di delibera rimasta ferma in giunta.

Il primo cittadino Coletta ad inizio conferenza ha voluto ribadire la sua opinione e quella della sua maggioranza di Latina Bene Comune in base alla quale l’Abc è un’opportunità per tutti, destinata ad essere un contenitore non soltanto per i rifiuti ma per diversi servizi in un’ottica diversa dalle partecipate il cui esito è stato fallimentare. L’ente strumentale, senza scopo di lucro, per il sindaco, potrebbe portare alla definizione di un ambito territoriale ottimale per la gestione dei rifiuti all’interno del quale investire su un’impiantistica pubblica al servizio di più comuni. Un sogno nel cassetto? Un’ambizione a cui tendere non appena l’Abc entrerà a pieno regime.

L’assessore Capirci ha orientato il suo intervento per sostenere che un eventuale fallimento del progetto, circostanza impossibile per lo stesso delegato al Bilancio, non potrà mai riflettersi sui conti dell’Abc e di conseguenza del Comune poiché un eventuale incremento del costo del servizio rispetto alle previsioni sarebbe corrisposto da un aumento in bolletta a carico dei cittadini, motivo per cui il fallimento sarebbe di natura politica e non finanziaria. Una magrissima consolazione difronte a un’ipotesi nefasta che Capirci ha escluso a priori.

L’assessore Lessio si è dilungato tentando di rispondere alle criticità sollevate dal senatore Maurizio Gasparri attraverso la sua ultima interrogazione parlamentare sull’Abc. Riportiamo un passaggio. Gasparri evidenziava che il parere dell’Anac sul bando indetto durante la gestione commissariale guidata da Giacomo Barbato si concludeva con l’invito al Comune di superare le illegittimità evidenziate e di procedere a nuova gara ad evidenza europea per l’affidamento del servizio. “Non mi stancherò mai di ripetere che l’Anac – ha detto Lessio – lasciava aperta anche la possibilità dell’affidamento in house”, evitando tuttavia di citare il passaggio in cui l’Anac considerava tale possibilità un’eccezione in deroga ai principi di libera concorrenza, evitando di sottolineare che l’eccezione era sull’in house e non sull’azienda speciale. Una differenza che per l’amministrazione comunale è invece tornata utile nel momento in cui ha citato il parere del professor Alberto Lucarelli che avrebbe escluso l’applicabilità dell’articolo 14, comma 6, della Riforma Madia, per le aziende speciali. La Riforma Madia non consente ai Comuni di costituire società in house per l’affidamento del servizio gestito da una propria partecipata fallita (nel caso di Latina la Latina Ambiente) nei cinque anni successivi alla dichiarazione di default. Sull’argomento Lessio ha esplicitato meglio il parere reso da Lucarelli anche in virtù del pronunciamento della Corte dei Conti – sezione regionale Sicilia – in base al quale, per citare l’interrogazione di Gasparri, il “fallimento” dell’intervento pubblico è sanzionato con l’obbligo di ricorrere al mercato. Riportiamo di seguito un passo del parere reso dal professor Lucarelli, fornitoci oggi dall’amministrazione comunale in occasione della conferenza stampa.

“Il contesto entro il quale la sezione regionale siciliana della Corte dei Conti ha reso il parere, come detto, non è sovrapponibile a quello che riguarda il caso del Comune di Latina.

Invero, l’intero ragionamento del giudice contabile siciliano si svolge tutto all’interno della disciplina delle partecipazioni societarie degli Enti pubblici, e riguarda, dunque, i vincoli che si impongono ai soci pubblici rispetto alla possibilità di scegliere, come modello di gestione di un servizio pubblico locale, la forma societaria, a capitale interamente pubblico o anche misto.

Occorre rilevare che la disciplina introdotta dal D.Lgs. n. 175/16 (Riforma Madia, ndr) si riferisce solo a questa possibile forma di gestione dei servizi, sicché produce effetti esclusivamente con riguardo alle partecipazioni societarie degli enti, e non anche rispetto alla costituzione, da parte di questi, di altri organismi, diversi dalle società, attraverso cui è possibile gestire i servizi pubblici locali.

In particolare, va sottolineato che l’Azienda speciale non può in alcun modo essere assimilata ad una società pubblica, non condividendone la natura soggettiva, i fini e le regole di funzionamento e di gestione.

Si aggiunga che la disciplina delle società pubbliche ha carattere speciale e, dunque, derogatorio, sicché essa non si presta ad una interpretazione estensiva che la renderebbe applicabile anche a figure soggettive completamente diverse dalle società partecipate, e dunque anche alle Aziende speciali. Infatti, l’utilizzo dei normali strumenti di interpretazione del diritto, impedisce di trarre da una norma speciale e derogatoria, qual è l’art. 14 del D.Lgs. n. 175/16, un principio generale che possa imporsi alla gestione di tutti i servizi pubblici, indipendentemente dalle forme attraverso le quali la gestione di questi sia effettuata”. 

La segretaria generale Iovinella è entrata nel merito della recente richiesta di informazioni da parte dell’Anac, richiamando la delibera della Corte dei conti del 2015, sulla stretta inerenza tra le finalità istituzionali  dell’ente e le attività strumentali affidate all’azienda speciale; sulla valutazione della convenienza economica di procedere ad affidamenti, nel rispetto del principio di economicità delle gestioni e del buon andamento delle amministrazioni pubbliche; sull’adeguata motivazione dei trasferimenti a favore dell’azienda speciale, anche al fine di evitare un ingente crescita della spesa per i servizi nel bilancio comunale. Iovinella ha detto sostanzialmente che le informazioni richieste non destano preoccupazione poiché già contenute nella relazione ex articolo 34 allegata alla delibera di Consiglio comunale dell’8 agosto 2017. Abbiamo fatto notare che la delibera dell’8 agosto è già stata acquisita dall’Anac – come risulta nella richiesta di informazioni – e che se l’autority avesse ritenuto soddisfacente l’allegata relazione ex articolo 34 non avrebbe richiesto ulteriori informazioni al Comune. Iovinella ha sostenuto che essendo la deliberazione piuttosto corposa l’Anac ha richiesto che l’amministrazione relazionasse in merito al contenuto della stessa. Insomma, l’Anac avrebbe chiesto al Comune la sintesi degli atti già acquisiti.

“Chiarimenti” sono stati offerti anche sul fronte dei rilievi mossi dal collegio dei revisori dei conti rispetto alla proposta di deliberazione numero 5 del 2018 che, stando a quanto emerso in conferenza stampa, riguarderebbe il pianoprogramma relativo al contratto di servizio. Il collegio dei revisori dei conti, tra le tante cose, evidenzia ad esempio che tutte le iniziative dell’Abc, compreso l’assunzione del servizio dal primo gennaio, risultano effettuate in totale assenza degli obbligatori atti di indirizzo del Consiglio comunale. Anche in questo caso il segretario generale ha detto che è tutto contenuto nella relazione ex articolo 34 approvata dal Consiglio comunale l’8 agosto 2017 e che comunque le azioni strettamente di gestione dell’Abc non sono di competenza del Consiglio comunale. Iovinella ha anche aggiunto che la proposta di deliberazione numero 5 del 2018, così come la delibera di Consiglio comunale del 28 dicembre 2017 con la quale è stato approvato il contratto di servizio e il capitolato speciale, non necessitavano del parere del collegio dei revisori dei conti ma che tuttavia è stato coinvolto dal momento che lo stesso ha fatto espressa richiesta di voler essere informato sugli atti successivi alla costituzione dell’Abc avvenuta con delibera dell’8 agosto 2017. “Sui rilievi recentemente mossi risponderanno gli uffici”, ha detto Iovinella aggiungendo anche che è stato un bene averli ricevuti e che alcuni di questi saranno recepiti nella proposta di deliberazione.

Il presidente De Stefano, dal canto suo, ha voluto rassicurare sul futuro lavorativo di chi è rimasto al momento fuori dalle assunzioni di Abc (gli interinali) che all’interno di una programmazione non solo del servizio ma anche dell’impiantistica di bacino potranno essere rimpiegati: “Parliamo di numeri, non di nomi, perché l’assunzione dovrà avvenire secondo selezione pubblica”, ha tenuto a precisare il presidente.

Aggiungiamo, infine, di seguito uno stralcio del parere pro veritate (risultato insieme a quello di Lucarelli poco soddisfacente dal collegio dei revisori dei conti) fornito dal professor Arturo Maresca sulle assunzioni degli ex dipendenti della Latina Ambiente nell’Abc: “La questione sulla quale è stato richiesto il nostro parere pro veritate riguarda la disciplina applicabile alla neo costituita azienda speciale ABC Latina in materia di assunzioni nonché le modalità di passaggio in detta azienda del personale attualmente in forza in Latina Ambiente S.p.A., Società in esercizio provvisorio sottoposta a procedura fallimentare la cui attività sarà presumibilmente ceduta a ABC Latina a seguito di vendita senza incanto di ramo di azienda.

Per impostare ed avviare a soluzione la questione, appare opportuno muovere dalla ricostruzione della disciplina applicabile ai rapporti di lavoro dei dipendenti di ABC Latina Azienda Speciale.

Com’è noto la società con partecipazione pubblica è società di capitali di diritto comune, di cui un ente pubblico detiene una partecipazione che può essere totalitaria, di maggioranza o di minoranza. L’azienda speciale è ente pubblico senza scopo di lucro definito quale “ente strumentale per la gestione del servizio di igiene ambientale e raccolta differenziata dei rifiuti, nonché per altri servizi di pubblico interesse”.

Le SS.UU. della Corte di Cassazione hanno affermato la riconducibilità dell’Azienda Speciale alla categoria del cd. ente pubblico economico poiché l’attività svolta, pur se strumentale al perseguimento di un interesse pubblico, ha per oggetto l’esercizio di un’impresa ed è uniformata a regole di economicità essendo: “ente appartenente ad una categoria con una forte caratterizzazione imprenditoriale che opera nel campo della produzione e dello scambio di beni o di servizi, pur essendo legato all’ente di riferimento di cui costituisce modalità organizzativa con funzione strumentale, è istituito per operare con modalità economiche utilizzando la più elastica normativa privatistica rispetto e quella pubblicistica, più rigida ed articolata nel regime dei controlli e della contabilità” (così Cass., sez. un., 15 dicembre 1997, n. 12654).

L’azienda speciale si presenta quindi formalmente come un’impresa privata e soggiace alla relativa disciplina quanto ai rapporti di lavoro. Difatti, sebbene l’azienda speciale sia come detto ente pubblico economico strumentale del Comune di Latina, la disciplina giuslavoristica non può che essere quella dettata in generale dal codice civile per i rapporti di lavoro privatistici”.