Il clan di “Romolo” Di Silvio, il nuovo corso criminale contrastato dalla Polizia di Stato

Gli arredi di una lussuosissima casa del clan

“Romolo” Giuseppe Di Silvio, già condannato per l’omicidio di Fabio Buonamano commesso a gennaio del 2010 era il capo di un nuovo clan rom di matrice mafiosa, cui viene contestata l’associazione per delinquere di tipo mafioso,  traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, estorsione, sequestro di persona, furto, detenzione e porto abusivo di armi.

Sono 33 misure cautelari nei confronti di altrettanti soggetti ritenuti, a vario titolo, gravemente indiziati dei delitti appena elencati ed eseguite dalla Polizia di Stato, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Roma.

L’operazione anticrimine denominata “scarface”, è scattata all’alba e tende a smantellare un’organizzazione ancora una volta strutturata su base familiare e territoriale, che si è nel tempo sempre più radicata sul territorio, sia per quanto riguarda l’attività di spaccio di stupefacenti, sia in merito ad attività estorsive.

Dalle indagini è emerso come quest’ultima attività riuscisse ad incutere timore, a piegare la volontà delle vittime, in alcuni casi vessate da anni, senza che le stesse sporgessero denuncia.