La comunità di Borgo Carso dice no alla centrale biogas e lo fa con una protesta pacifica ma dalla forte valenza simbolica. I cittadini del centro pontino hanno infatti palesato il proprio dissenso durante uno degli eventi più attesi per la comunità, vale a dire la processione in occasione della ricorrenza della Madonna dei Campi, organizzando un presidio per sensibilizzare la popolazione sui rischi associati a questo progetto.
I membri dell’associazione ritengono che l’impianto rappresenti una seria minaccia sia per l’ambiente che per l’economia locale. Una delle principali preoccupazioni riguarda l’aumento del traffico pesante necessario per il trasporto delle biomasse, che aggraverebbe ulteriormente l’inquinamento atmosferico in una zona già vulnerabile. Questo è particolarmente preoccupante considerando la vocazione agricola del territorio, dove si coltivano kiwi, frutta, ulivi, ortaggi e si produce miele.
L’associazione sottolinea che la centrale non porterà benefici alla comunità locale in termini di posti di lavoro, ma genererà profitti privati grazie ai finanziamenti del PNRR, con conseguenze potenzialmente devastanti per i residenti. Questi ultimi rischiano di vedere diminuire il valore delle loro proprietà, rendendo difficile la vendita in futuro.
In vista del centenario della città di Latina nel 2032 e dei borghi, come Borgo Podgora nel 2027 e Borgo Carso subito dopo, i residenti chiedono un intervento urgente da parte delle autorità locali. L’associazione ha lanciato una petizione online e parteciperà a un incontro pubblico il 6 settembre 2024, invitando tutti i cittadini a unirsi alla lotta per proteggere il territorio dall’impatto di questo progetto industriale.
L’appello è chiaro: la comunità di Borgo Carso non può permettere che gli interessi privati prevalgano su quelli collettivi, mettendo a rischio l’ambiente e l’economia locale.