Il Partito democratico a Latina, l’elettore di “sinistra” e il portale temporale

l'elettore di sinistra
Claudio Moscardelli, Enrico Forte e Alessandro Cozzolino

L’elettore di sinistra (o di centro-sinistra che dir si voglia), a Latina non è soltanto confuso, è completamente spiazzato. Li conosciamo un po’ quei pochi che sono rimasti a tenere alta la bandiera (ancora rossa?). “Pochi” ovviamente è un modo di dire che viene naturale davanti al rumore che fa chi non solo si sente forte dai risultati nazionali, ma non fa che ricordarlo sui social, nei bar, nelle piazze.

Si riuniscono tra loro, spesso celano le loro idee, fanno fatica a riconoscersi nei partiti attuali. Quando nel 2001, poi ufficialmente nel 2002, La Margherita ha riunito i partiti di centro-sinistra, gli elettori hanno accusato il colpo. Con Renzi poi, voglio citare soltanto il Jobs Act e l’abolizione contestuale dell’articolo 18, la confusione è diventata indignazione, se non rassegnazione.

A Latina tre anni fa, complice una gestione scellerata da parte dell’amministrazione precedente, l’elettore di centro-sinistra ha sperato. Il portale temporale si era aperto per vedere finalmente qualcun altro alla guida della città. Era il momento, eppure è stato sprecato. Divisioni, incapacità di arrivare alla gente, mancanza di idee? Analisi il Partito democratico di Latina ne avrà fatte. In tre anni, l’elettore ha pensato che forse si sarà riorganizzato.

Poi arrivano le dichiarazioni di Enrico Forte, che vuole tendere una mano a Coletta e la smentita di Moscardelli “Si resta all’opposizione”. La netta divisione all’interno del Pd era già stata evidente durante la nomina del segretario pontino. Durante l’assemblea provinciale del partito su 151 votanti, 124 avevano votato Moscardelli. Non avevano votato però quelli del gruppo che fa capo a Enrico Forte e a Sesa Amici. Le critiche di Forte, insieme a Federico Fauttilli, Sesa Amici e Nicoletta Zuliani erano state durissime, tanto da astenersi dal voto.

Eppure una sintesi si deve trovare. Il nostro “povero” elettore di centro-sinistra sa bene che all’interno di questo partito il dialogo, il dibattito, le critiche anche aspre fanno parte di un modo di fare politica che piace, ma deve essere costruttivo.

L’alleanza con Lbc, con il civismo di Latina, non è demoniaca, come si vuol far credere. L’opposizione definisce fallimentare questa esperienza, certo molte idee sbandierate non sono state ancora realizzate. Eppure qualcosa è cambiato e un’apertura che possa portare avanti un progetto comune non è il male assoluto. Il Pd però deve trovare una sintesi. Deve presentarsi all’elettore di centro-sinistra, e anche a quello sempre più nascosto di sinistra, e deve parlare alla gente con un progetto chiaro e condiviso.

In questo momento Coletta non ha bisogno del Pd, i numeri ci sono. Tra due anni però – se tutto resta com’è – si tornerà al voto e il portale temporale è chiuso.