Impianto bio-metano a Latina Scalo, l’ad di Recall: non ho incontrato la mafia ma la disinformazione

Paolo Rinaldi, amministratore delegato di Recall Latina, tra il pubblico di una recente commissione consiliare

Riceviamo e pubblichiamo lo sfogo dell’ingegnere Paolo Rinaldi, amministratore delegato della Recall, società titolare del progetto per la realizzazione di una centrale bio-metano a Latina Scalo. La conferenza dei servizi per la costruzione dell’impianto si è conclusa a favore del progetto Recall, ma non sono pochi i cittadini pontini a contestare l’operazione, soprattutto la location della centrale che sebbene ricadente in zona industriale è limitrofa ad abitazioni e campi coltivati. Sull’argomento l’amministrazione comunale di Latina ha organizzato un paio di incontri pubblici allo scopo di informare la collettività sulla necessità di trasformare i rifiuti a sostegno dell’economia circolare. Incontri che sembrano non aver convinto i contrari al progetto. Di seguito una nota di Rinaldi.

Quando mi è stata affidata la responsabilità di guidare questa nuova iniziativa, dopo anni di esperienza come ingegnere e manager di aziende operanti in altre energie rinnovabili, ero entusiasta.

Avremmo svolto un lavoro tecnologicamente molto interessante, in grado di produrre ricavi, occupazione e nel contempo fornire un servizio e contribuire a salvare il pianeta: l’economia circolare è infatti con evidenza l’unica strada percorribile.

Gli impianti che intendiamo realizzare, quale quello previsto nell’area industriale di Latina Scalo, sono infatti di ultima generazione: l’umido della raccolta differenziata viene digerito naturalmente in assenza di contatto con l’aria e trasformato in digestato, destinato ad essere riciclato in agricoltura per nutrire la terra ed in energia rinnovabile ovvero metano che viene immesso in rete. Per ogni kg di umido si genera metano con cui un’auto percorre 2 km, contribuendo alla riduzione di CO2 e di polveri sottili.

Un impianto analogo opera da anni al centro di un quartiere residenziale di Zurigo. In provincia di Bergamo ve ne è uno 20 volte più grande di quello da noi progettato a Latina Scalo.

Alcuni colleghi mi avevano però messo in guardia: hai un bel coraggio ad entrare nel settore dei rifiuti nel centro-sud. Ci sarà un motivo infatti per cui di impianti simili è piena l’Europa ed il nord Italia ed invece solo un paio in tutto il centro-sud, nessuno operativo nel Lazio?

Pensavo si riferissero alla mafia. Io non l’ho incontrata. Quello che ho incontrato però è forse più infido e pericoloso. E’ un format che si ripete regolarmente: i cittadini, che nel centro-sud sono poco informati ed anche spaventati dalla mala gestione della old economy del rifiuto (come ad esempio le discariche), vengono strumentalizzati con la diffusione di vere e proprie bufale che producono visibilità utilizzata da una parte della politica o che sono utili a proteggere gli interessi proprio della old economy del rifiuto.

Ad esempio si è detto che non si vuole un nuovo impianto in un’area industriale ove vi sarebbero alcune aziende che inquinano: bisognerebbe allora attivarsi nei loro confronti e non opporsi ad una nuova realizzazione positiva per l’ambiente!

Oppure ci si preoccupa dell’irrisorio traffico di camion. In realtà ciascun camion trasporta l’umido della raccolta differenziata in quantità tale da produrre metano in grado di far percorrere 20.000 km ad un’auto. Un carburate pulito e rinnovabile che potrebbe alimentare anche i camion. Dove vanno invece i camion che portano l’umido della Provincia e della Regione se non ci sono impianti per riciclarlo? Al nord, percorrendo centinaia di chilometri, con evidente impatto negativo per l’ambiente.

Chi era presente venerdì 11 maggio all’incontro tra le Istituzioni e la comunità di Latina Scalo ha potuto assistere a questo copione: nonostante il precedente convegno scientifico organizzato dal Comune e tutte le informazioni fornite dai responsabili delle istituzioni, dopo ben cinque anni di iter autorizzativo, decine di pareri favorevoli, le bufale continuano a fare presa e ad essere abilmente sfruttate.

E’ una storia che è anche una metafora del disastro dell’intero sistema del centro-sud. La colpa è della mia generazione, me compreso, che abbiamo fatto pochissimo per contrastare questa situazione. Ora ho un’esperienza che mi fa vedere le cose in modo diverso. Intendo fare questo lavoro in modo assolutamente pulito e corretto e combatteròquesta battaglia fino in fondo.

Contro la mafia esistono le leggi e la giustizia. La disinformazione e la disonestà intellettuale possono essere combattute solo con la denuncia e l’impegno, senza abbassare la testa.

Ing. Paolo Rinaldi, A.D. di Recall Latina

Nella foto un impianto per la produzione di bio-metano simile a quello che Recall vuole realizzare a Latina Scalo