Il sindaco di Sperlonga Armado Cusani, accusato di corruzione e turbata libertà degli incanti nell’ambito dell’inchiesta Tiberio di cui è titolare il Pm Valerio De Luca, resta in carcere: il Tribunale del Riesame che si era riunito il 27 gennaio scorso per l’esame del ricorso per l’annullamento dell’ordinanza di custodia cautelare che lo aveva portato in via Aspromonte il 16 gennaio, ha sciolto la riserva confermando la misura del carcere disposta dal Gip Giuseppe Cario sulla base del pericolo di reiterazione del reato, attuale e concreto, e del pericolo di inquinamento probatorio, concreto e attuale.
Nel corso dell’udienza del 27 gennaio, la difesa del primo cittadino della perla del Tirreno aveva tentato di scardinare le accuse producendo le risultanze di una propria indagine e di minare l’ordinanza di custodia cautelare presentando eccezioni sull’utilizzabilità delle intercettazioni. Al contrario il Pm aveva aggiunto nuovi elementi depositando l’interrogatorio dell’imprenditore Mauro Ferrazzano, che secondo l’inchiesta sarebbe stato favorito nell’aggiudicazione di una gara d’appalto di 700mila euro, quella per la riqualificazione dell’area archeologica di Villa Prato a Sperlonga, in quanto facente parte di un cartello d’imprese a cui affidare in modo pilotato i servizi. Il dottor De Luca aveva anche depositato, a sostegno delle accuse, anche nuova sommarie informazioni rese dopo i clamorosi arresti del 16 gennaio con l’esecuzione delle ordinanze cautelari, quattro in carcere e sei ai domiciliari.