La Camera del Lavoro del Lazio meridionale dal dopoguerra al terzo millennio, a Latina la presentazione del libro

La Camera del Lavoro del Lazio meridionale dal dopoguerra al terzo millennio”, scritto da Salvatore D’Incertopadre, già segretario generale della Cgil Latina, da alcuni anni prolifico scrittore, ed Ermisio Mazzocchi, storico della provincia di Frosinone, autore di numerosi saggi sulla sinistra frusinate, sarà presentato giovedì 29 novembre, alle 17 e 30, presso la sede della Cgil di via Cerveteri a Latina. Il libro, edito da Atlantide, casa editrice del capoluogo pontino diretta da Dario Petti, narra le vicende fondamentali della Cgil nelle province di Frosinone e Latina, delle lotte per il lavoro dal 1945 al 2015, dalla ricostruzione post bellica agli scioperi a rovescio degli anni ‘50, dall’industrializzazione degli anni ’60 alla lunga crisi iniziata alla fine degli anni ’70, per giungere alle odierne sfide in una società e in un sistema economico completamente cambiati.

In questa nostra lunga e importante storia abbiamo imparato che l’eguaglianza è innanzitutto nel lavoro – scrive Susanna Camusso nella prefazione del libro -, condizione di cittadinanza e luogo di emancipazione. I tratti della storia della CGIL, che è essenziale conoscere e ricordare, sono un sapere per poter decidere e per mantenere saldi i valori. È il merito di questo libro”.

L’evento di giovedì a Latina vedrà la partecipazione della giornalista de “Il Messaggero” Elena Ganelli, del segretario generale Anselmo Briganti e dei due autori, Salvatore D’Incertopadre ed Ermisio Mazzocchi.

Il loro libro nasce dall’idea originale di Briganti, primo segretario generale della Cgil Frosinone Latina, recentemente confermato nel congresso dello scorso ottobre, che ha poi curato l’introduzione del testo, volta a ripercorresse in modo semplice e sintetico le tappe principali dello sviluppo storico della Cgil nelle due province. Il libro guarda sia all’interno che all’esterno del sindacato, ai suoi iscritti e dirigenti e ai cittadini tutti. Con l’idea di Briganti, gli autori hanno rimesso al centro l’importanza del lavoro culturale nell’azione organizzativa del sindacato, con un ruolo formativo e divulgativo al contempo.